Un colpo di scena, un finale a sorpresa, uno stravolgimento di palinsesto. Adesso, magari, ne ricaveranno pure uno slogan buono per gli spot: «Castelvisconti ce l’ ha insegnato, rimborsare il canone Rai non è peccato». Pareva, alla Procura regionale della Corte dei Conti, che quella delibera di fine 2008 della passata giunta di Castelvisconti, al confine fra Cremona e Brescia, che stabiliva rimborso totale del canone Rai, da parte del Comune, a chi denunciasse meno di 22 mila euro l’ anno e rimborso dimezzato per tutti gli altri (alla fine ne avevano beneficiato 65 famiglie, circa una su due), un «provvedimento aberrante», un «intervento abnorme». Così aveva scritto motivando la sua richiesta di condannare l’ ex sindaco Giacomo Ori (leghista), i suoi assessori e il segretario comunale, a restituire i 6.695 euro usciti dalle casse del municipio (e coperti grazie al rimborso, da parte dello Stato, dei mancati introiti Ici, all’ epoca fresca di abolizione). Per la Procura della Corte dei Conti si rischiava un pericoloso precedente. «Ove si ammettessero, per assurdo, operazioni quali quelle decise dall’ organo esecutivo del Comune di Castelvisconti – aveva scritto la Procura lombarda – le amministrazioni comunali potrebbero incidere concretamente sulla generalità dei tributi statali (Irpef, Iva, imposta di registro eccetera) rendendo di fatto immuni porzioni del territorio statale dall’ esercizio di un potere tipicamente sovrano quale quello di imposizione fiscale». Insomma, rischiava d’ andare in onda un serial senza lieto fine. Peggio, un disaster movie. Da parte sua, l’ ex sindaco aveva indossato i panni del buon padre di famiglia: «Da una parte, avevamo dei soldi in cassa. Dall’ altra, un sacco di cittadini che si lamentavano di avere problemi a pagare le bollette, per colpa della crisi. Così, avevamo deciso di dare una mano». Oltretutto, Ori è convinto d’ aver fatto un favore a Mamma Rai, non un dispetto: «Non abbiamo fatto alcun danno allo Stato. Anzi. Semmai abbiamo evitato che molti nostri cittadini smettessero di pagare il canone Rai, come minacciavano di fare per colpa della crisi». Se siano quelli motivi che hanno convinto la Corte dei conti lombarda ad assolvere l’ ex giunta, è presto per dirlo: le motivazioni della sentenza, che porta la data del 2 gennaio, saranno depositate solo fra qualche settimana. Ma al buon Ori (che ora siede sui banchi dell’ opposizione) l’ assoluzione già basta e avanza per chiedere di vedere in onda un altro film: «L’ attuale sindaco Sisti, che con tanto astio ci denunciò alla Corte dei Conti, si deve dimettere». Magari dopo il televoto?
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