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RIFORMA TV IN FRANCIA. I NEW ENTRANT SI SENTONO MINACCIATI DAI GRANDI BROADCASTER

La riforma dell’audiovisivo preoccupa le emittenti francesi più piccole (NRJ12, Gulli, NT1, Direct 8 e Virgin 17) che vorrebbero maggiore attenzione per la loro situazione economicamente fragile di fronte all’attacco dei grandi broadcaster su mercato del digitale terrestre. In un incontro con la stampa, hanno fatto sapere di voler essere esonerati dal pagamento di una tassa del 3% sulle entrate pubblicitarie che il disegno di legge prevede per i canali privati al di là di una franchigia di 11 milioni di euro.
“Sarebbe logico che ci tassassero quando saremo nelle stesse condizioni operative delle altre”, ha sottolineato Léonidas Kalogeropoulos, portavoce di questi new entrant.

I nuovi player del digitale terrestre, come TMC, W9 o France 4, ritengono di non poter essere tassati come i grandi gruppi televisivi, anche perché non tutto il territorio è ancora coperto dal segnale e l’abbandono definitivo dell’analogico è previsto per novembre 2011.
Per difendere la loro posizione, venerdì scorso i new entrant hanno reso pubbliche delle valide argomentazioni per sottolineare la “posizione dominante di TF1 e M6 sul mercato della TDT” sia sul piano dell’audience che delle entrate pubblicitarie. Ma questo non è tutto. Secondo i rappresentanti di NRJ12, Gulli, NT1, Direct 8 e Virgin 17, TF1 avrebbe fatto pressioni sui deputati facenti parte della Commissione speciale incaricata di predisporre il progetto di legge sull’audiovisivo, per chiedere di non cedere alla pressioni dei nuovi operatori. Le piccole emittenti sarebbero anche in possesso di una nota indirizzata ai membri della Commissione, nella quale, TF1 affremerebbe che le richieste dei new entrant del digitale terrestre sono “inaccettabili”, perchè pur contribuendo poco alla produzione e senza rispettare gli impegni convenzionali, godranno di una “crescita strepitosa”.
Per capire bene la situazione occorre fare un passo indietro e ricordare che dal 1° gennaio 2009 la tv pubblica francese vedrà progressivamente scomparire la pubblicità, fino al 2012, quando scomparirà del tutto. Ma allora dove prendere i soldi per finanziare la tv pubblica? Il progetto di legge sull’audiovisivo verrà discusso dall’Assemblea nazionale a partire dal 25 novembre ma le ultime proposte di Jean-Francois Copé, presidende della Commissione speciale, prevedono l’imposizione di una tassa sul fatturato degli operatori internet e di tlc, una tassa sulle frequenze radioelettriche e una sulle entrate pubblicitarie supplementari delle tv private. Secondo le stime del governo francese, infatti, a seguito dell’abbandono della tv pubblica, la maggior parte della pubblicità confluirà nelle altre tv, nelle pay-tv e nel digitale terrestre. Il resto verrà assorbito dal web o scomparirà.
Fabiana Cammarano

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