RIFORMA RAI: PRIMA I CONTI, POI LE NOMINE

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Il governo: «Per le nomine c’è tempo». Abbozzata una revisione dei conti: cessione immobili, recupero canone, riduzione canali, prepensionamenti. Ancora irrisolta la questione delle superdeleghe a presidente e dg. Bersani: «il governo non doveva trattare con il Pdl».
Lunedì iniziano i lavori. Anna Maria Tarantola presenterà un piano di revisione dei conti: una sorta di “spending review” in piccolo. I ritmi sembrano serrati. Martedì ci sarà il primo cda ufficiale con il nuovo presidente. Poi mercoledì si parlerà delle delicata questione delle deleghe operative al presidente e al dg.
Ma andiamo per ordine. Partiamo, coerentemente alla direttive del governo, con i conti. «Ora la Rai ha bisogno della spending review», ha dichiarato il neo Ministro dell’Economia e delle Finanze, Vittorio Grilli. La Rai è stata sempre un preciso microcosmo dell’Italia. Ciò che accade a livello nazionale, accade in piccolo anche a Viale Mazzini. In effetti la tv di Stato ha circa 300 milioni di debiti pregressi. Inoltre quest’anno la Sipra ha raccolto poca pubblicità rispetto al previsto (unica piccola boccata di ossigeno sono stati gli Europei di calcio). Si stima che a fine anno la Rai raccoglierà meno di 900 milioni, rispetto al miliardo stimato. In effetti la Tarantola, anche se nominata ufficialmente solo giovedì 12, è da settimane che legge e studia i bilanci insieme al dg (ancora non confermato) Luigi Gubitosi. Da buon economista ed ex vicedirettore di Bankitalia, la Tarantola, di concerto con Grilli, ha già elaborato un piano articolato in vari punti: cessione degli immobili e delle proprietà dell’azienda (si parla anche di vendere la sede la Viale Mazzini) alla Cassa Depositi e Prestiti; recuperare 500 milioni di canone evaso, magari allegandolo alla bolletta elettrica, al pagamento dell’Imu o alla fiscalità generale; vendere gli asset “negativi” di RaiWay (tale decisione aleggia da tempo nell’aria e ha suscitato numerose preteste di dipendenti, sindacati e associazioni), ovvero torri, terreni e personale di manutenzione; riduzione del canali televisivi, da 14 a 6-8, con relativa vendita o affitto delle frequenze in esubero e risparmio del personale; tagliare i contratti al personale già in pensione e prevedere lo “scivolo” per quelli vicini all’uscita. Per le nomine forse se ne parlerà dopo l’estate, o magari in prossimità delle elezioni del 2013. Tale strategia potrebbe non dispiacere al Pdl. Gli azzurri, intanto, “congelano” le proprie posizioni nel servizio pubblico. Tuttavia, stando al piano Tarantola-Grilli, una nomina va fatta e subito. Si tratta della direzione del Tg1. Maccari, attuale direttore, è già pensionato da tempo. Dunque andrebbe “tagliato” anche se ha un accordo fino a fine 2012.
Passiamo a martedì 17, il giorno del primo cda con la Tarantola presidente. Nello scorso Consiglio la Tarantola disertò per «garbo e rispetto». Infatti l’ormai ex vicedirettore di Bankitalia non aveva ancora il parere positivo della Vigilanza. La prima cosa da fare è la nomina ufficiale di Gubitosi. Non è affatto scontato che accada. Il centrodestra, che “possiede” ben 4 consiglieri su 9, potrebbe non accettare. I punti ancora irrisolti sono tanti. Primo fra tutti la questione delle superdeleghe al presidente e al dg di cui si parlerà mercoledì 18. Per il Pdl è importante che il cda, in quanto espressione del Parlamento e difeso dalle sentenze della Consulta, non venga svuotato di ogni potere. Il tutto girerebbe, come riporta Il Corriere della sera, sull’interpretazione della parola “editoriale”. Dunque Monti potrebbe arrivare ad un compromesso: cedere al cda i poteri sulla scelta del ramo informazione (direttori di tg e reti) e del ramo dell’intrattenimento (Rai Fiction, Rai Cinema, ecc). E pare che il Pdl abbia già i cassetti pieni di professionisti da piazzare. Da sistemare c’è anche il dg uscente, Lorenza Lei. Monti le ha offerto di passare all’Autorità dei Trasporti. La Lei ha rifiutato. Potrebbe anche rimanere in Rai, coadiuvando il lavoro di Tarantola e Gubitosi. Entrambi sono all’asciutto di tv, editoria e comunicazione. Dunque la Lei diventerebbe una sorta di direttore editoriale, responsabile del prodotto finito.
Dunque, ricapitolando,verrà affrontata prima il problema dei conti, una questione “neutra”. La struttura dirigenziale potrebbe rimanere inalterata. E poi i superpoteri delle Tarantola potrebbero non essere tanto “super”. Non è escluso che il “via libera” della Tarantola in Vigilanza sia stato subordinato proprio a tale assicurazione. In altre parole: votateci la Tarantola e noi cercheremo di ridurre i poteri di presidente e dg in favore del cda. Addirittura Bersani non ha digerito l’incontro tra il Pdl e Monti, poco prima della votazione in Vigilanza. «Ho visto che l’intero gruppo dirigente del Pdl è stato ricevuto a Palazzo Chigi per discutere di Rai e aggiungo tra parentesi pesi e misure», ha accusato Bersani che ha anche tirato in ballo una sorta di “scambio” con le concessioni radiotelevisive a Mediaset e l’assicurazione di rinnovare il meno possibile gli incarichi che contano prima delle elezioni del 2013.
Ma per ora è solo dietrologia.

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