Editoria

Riforma editoria, votazioni alla Camera per più di 100 emendamenti

Dopo la discussione generale dello scorso 22 febbraio sono iniziate alla Camera le votazioni sulla riforma dell’editoria. Istituito il Fondo per il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione ma sono più di 100 gli emendamenti al testo della pdl unificata

Al via alla Camera le votazioni sulla riforma dell’editoria. Il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione è stato istituito ma gli emendamenti alla pdl in esame per il sostegno pubblico al settore sono più di 100 e per questo motivo, come prevedibile, non si è ancora giunti al voto finale. Le questioni affrontate dalle proposte di modifica sono ampie e coprono diversi ambiti, come ad esempio i finanziamenti al fondo per il pluralismo e le norme sulla professione giornalistica.

La commissione Bilancio, intanto, ha espresso il proprio parere, favorevole, sul testo. E questa è una prima buona notizia, anche se ci sono delle condizioni. Ad esempio viene chiesto, come già aveva fatto la Ragioneria dello Stato, di istituire il futuro Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione nello stato di previsione del ministero dell’Economia e non presso la presidenza del Consiglio. Inoltre la commissione chiede di cancellare la precisazione che le risorse affluiscano al Fondo “annualmente” e che le risorse dell’extragettito del canone Rai arrivino al Fondo “in ragione d’anno” ma solo “per il periodo 2016-2018” fino ad un importo massimo di 100 milioni di euro per anno.

Canone Rai, ma non solo a finanziare il tesoretto del sostegno pubblico che verrà. È stato cancellato il punto che prevedeva la destinazione al Fondo delle sanzioni Agcom mentre tra le fonti che andranno a confluire nel Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione ci sarà anche il contributo di solidarietà dello 0,1% del reddito complessivo di concessionari di pubblicità sulla stampa quotidiana e periodica, sui mezzi di comunicazione radiotelevisivi e digitali. A queste risorse si aggiungono poi quelle statali destinate alle diverse forme di sostegno all’Editoria quotidiana e periodica anche digitale, comprese le risorse del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno e quelle destinate all’emittenza radiofonica e televisiva locale.

Il neonato Fondo verrà ripartito con un decreto del presidente del Consiglio: è stato infatti approvato l’emendamento che ha eliminato la possibilità che potesse essere in capo anche al sottosegretario con delega all’Editoria. Il dpcm che stabilisce annualmente la destinazione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione potrà anche prevedere che una determinata percentuale sia destinata al finanziamento di progetti comuni che incentivino l’innovazione dell’offerta informativa nel campo dell’informazione digitale attuando obiettivi di convergenza multimediale”. La stessa modifica approvata alla Camera stabilisce anche che sarà un decreto del Mise a definire i requisiti soggettivi, i criteri e le modalità per la concessione dei contributi.

Una modifica a firma Quintarelli-Catalano, relativa alla delega sulla rete di vendita dei giornali (con riferimento ai canali online) esclude ogni sorta di discriminazione online/offline in materia di prodotti editoriali vendibili nonché la limitazione dell’impresa editoriale della propria autonomia di definizione di contenuti, prezzi, formula commerciali e modalità di pagamento.

L’Aula ha dato l’ok anche ai premi per chi attiverà percorsi di alternanza scuola-lavoro. Questo criterio premiale va ad aggiungersi a quello già presente tra i principi delega in base al quale si riconoscono gratifiche per l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori di età inferiore ai 35 anni e per azioni di formazione e aggiornamento del personale. Per quanto riguarda l’accesso al Fondo per le testate online viene introdotto l’emendamento relativo al numero dei giornalisti impiegati oltre all’aggiornamento delle notizie ed al numero di utenti unici raggiunti.

Un emendamento della commissione al terzo articolo pdl ribadisce ancora l’importanza dell’Ordine dei giornalisti. “Nessuno può assumere il titolo né esercitare la professione di giornalista se non è iscritto nell’elenco dei professionisti ovvero in quello dei pubblicisti dell’albo regionale o interregionale competente”, si legge nel testo. “La violazione di tale disposizione è punita a norma degli art. 348 e 498 del codice penale, ove il fatto non costituisca un reato più grave”. Modifica approvata anche per quanto riguarda il ricorso al prepensionamento dei giornalisti: previsti “l’incremento dei requisiti e la ridefinizione dei criteri”.

Tra i requisiti per accedere ai contributi pubblici viene introdotto anche l’obbligo per l’impresa di adottare misure idonee a contrastare qualsiasi forma di pubblicità lesiva dell’immagine e del corpo della donna. La proposta di modifica è stata approvata dalla stragrande maggioranza: i voti a favore sono stati 401.

Capitolo edicole. Una serie di emendamenti approvati dalla Camera prevede l’introduzione di parametri qualitativi per l’esercizio dell’attività delle rivendite e una disciplina della distribuzione territoriale dei prodotti editoriali per assicurare l’accesso alle forniture. Il tutto senza il condizionamento a servizi o prestazioni aggiuntive da parte delle edicole stesse. Verrà inoltre promosso un “regime di piena liberalizzazione degli orari di apertura dei punti vendita”, che preoccupa non poco gli edicolanti, e la “rimozione degli ostacoli che limitano la possibilità di ampliare l’assortimento e l’intermediazione di altri beni e servizi, con lo scopo di accrescere le fonti di ricavo potenziale”.

Nell’emendamento si fa poi espresso riferimento al divieto di sospensioni arbitrarie delle consegne da parte dei distributori ai singoli giornalai, altro punto delicato denunciato più vole dagli esercenti, e all’esigenza di garantire “il pluralismo delle testate presenti in tutti i punti vendita”.

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