Il testo di legge per la riforma dell’editoria verrà discusso al Senato dal 12 luglio. Plauso della Fnsi che si augura l’approvazione prima della pausa estiva “per rimettere in moto mercato del lavoro, invertendo la tendenza alla precarietà dilagante”
Poteva sembrare quasi utopia quando lo scorso marzo, dopo l’approvazione del ddl alla Camera, l’on. Roberto Rampi aveva parlato di una riforma dell’editoria entro l’estate. E invece tutto sembra andare proprio in questa direzione: la conferenza dei capigruppo del Senato ha calendarizzato la discussione sul testo di legge nella settimana del 12 luglio. Il provvedimento, attualmente all’esame della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, è stato posto come secondo punto dell’ordine del giorno, subito dopo il dibattito sul ddl concorrenza.
Alla notizia ha fatto subito eco la soddisfazione della Federazione nazionale della stampa italiana. L’auspicio del segretario generale Raffaele Lorusso e del presidente Giuseppe Giulietti, si legge sul sito della Fnsi, è che ora il processo possa chiudersi prima della pausa estiva. Sulla stessa linea si sono schierati, nel corso degli ultimi mesi, molti dei rappresentanti di associazioni e federazioni del settore.
I vertici del sindacato dei giornalisti hanno infatti spiegato che “l’approvazione della riforma è fondamentale per porre le basi per il rilancio del settore editoriale e per rimettere in moto mercato del lavoro, invertendo la tendenza alla precarietà dilagante”.
Tra le altre cose, è bene ricordare, il disegno di legge sull’editoria prevede l’istituzione di un Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, nonché (la parte forse più delicata) ampie deleghe al governo per la disciplina di vari settori. La questione ha suscitato finora non poche perplessità. Si parte dalla delega per la disciplina del sostegno pubblico all’editoria per arrivare a quella sulla regolamentazione dei profili pensionistici dei giornalisti.
Ma il governo avrebbe modo di deliberare sulle disposizioni per il riordino dei contributi alle imprese editrici e sulle norme relative alla composizione e alle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Insomma, la riforma entro l’estate sarebbe sicuramente un bel colpo, ma solo dopo si potrà misurare il livello di soddisfazione degli addetti ai lavori per le decisioni del Parlamento.