Continuano le audizioni alla Commissione Affari Costituzionali del Senato per il processo di riforma dell’editoria. Dopo gli editori indipendenti, questa settimana è toccato ai rappresentanti del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti fare qualche considerazione sul disegno di legge che prevede l’istituzione del Fondo per il pluralismo e per l’innovazione dell’informazione. Ddl che interessa i giornalisti anche sul tema del pensionamento su quello delle norme sulla composizione e le competenze del Cnog.
Ad essere ascoltati dalla senatrice Anna Finocchiaro sono stati il presidente nazionale Enzo Iacopino, il segretario nazionale Paolo Pirovano e il direttore Ennio Bartolotta. “Il presidente nella sua esposizione si è soffermato sulla necessità di prevedere l’obbligo di documentare gli effettivi pagamenti delle retribuzioni e egli oneri previdenziali dei giornalisti da parte delle aziende che presentano domanda di accesso ai finanziamenti pubblici”, si legge sul sito dell’Odg.
Necessaria, secondo Iacopino, anche l’istituzione di un “Registro degli editori” presso il Dipartimento dell’Editoria. Questo strumento dovrebbe servire a rendere pubbliche “tutte le partecipazioni societarie sia dirette sia indirette per poter offrire al lettore chiarezza e trasparenza sugli interessi di coloro i quali producono informazione e sono titolari di una azienda editoriale”.
Per garantire una corretta informazione, il presidente dell’Odg ha suggerito la creazione di un “Giurì dell’informazione” che possa dare risposte rapide e concrete ai cittadini che si ritengano lesi da comportamenti deontologicamente non corretti dei cronisti. Una figura che, in pratica, potrebbe per evitare il ricorso alle tutele giudiziarie in materia di diffamazione.
I rappresentanti del Cnog si sono soffermati anche sul rischio di un ridimensionamento eccessivo della sua composizione. Il Consiglio nazionale svolge un ruolo molto importante e i numeri indicati nel Disegno di legge, ha detto ancora Iacopino, finirebbero per penalizzare la rappresentanza delle regioni medio/piccole e delle tipologie professionali.
All’audizione hanno preso parte anche alcuni presidenti degli Ordini regionali dei Giornalisti che hanno detto sì alla riforma, ma da varare “in tempi brevi”. Tramite una nota congiunta hanno fatto sapere che la riforma del settore è attesa ormai da anni e la speranza è “che ora in tempi brevi diventino legge quelle norme che potranno costituire i fondamenti per un rinnovamento dell’Ordine oggi non più al passo con i tempi e con le trasformazioni in atto della professione”.
A firmare la nota sono stati 12 presidenti degli Odg regionali, Paola Spadari (Lazio), Gabriele Dossena (Lombardia), Carlo Bartoli (Toscana), Filippo Paganini (Liguria), Valentino Losito (Puglia), Cristiano Degano (Friuli Venezia Giulia), Dario Gattafoni (Marche), Riccardo Arena (Sicilia), Domenico Sammartino (Basilicata), Fabrizio Franchi (Trentino Alto Adige), Tiziano Trevisan (Valle D’Aosta), Francesco Birocchi (Sardegna) e i vice presidenti Gino Falleri (Lazio) e Michele Taddei (Toscana). Il cambiamento, hanno auspicato, “deve vedere protagonisti i giornalisti anche garantendo loro la rappresentatività territoriale, così come previsto dalla proposta di legge all’esame di Palazzo Madama”.
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