Editori italiani in mobilitazione fin da gennaio per prevenire nel 2015 quanto accaduto lo scorso anno circa la delicata questione del finanziamento pubblico per l’editoria. Tutte le associazioni di categoria hanno iniziato discutere gli aspetti normativi e amministrativi e gli impegni che il Governo intende assumere nei confronti del mondo dell’editoria sia per il futuro, ma soprattutto, per il presente.
Equità per tutti e tutela di un diritto, ma anche volontà di apportare delle modifiche che tutte le parti in causa definiscono necessarie. Il fondo pubblico per l’editoria è un fondo che tutela la libertà non solo per gli editori, infatti, ma anche per l’informazione in generale. Tuttavia, se dovesse accadere quanto già successo nel 2014, con un tira e molla durato mesi su cifre che erano state promesse e poi ritirate a bilanci già chiusi, gli editori italiani potrebbero andare incontro a conseguenze ancora più gravi.
Fondo pubblico, ma non solo, nel corso di mesi di dibattiti hanno preso corpo varie idee volte a migliorare la situazione, la più importante è quella legata alla Riforma dell’editoria. Poche settimane fa il Governo ha annunciato la presentazione di una Legge Delega a seguito di un incontro con Alleanza delle Cooperative Comunicazione, File, Fisc, Anso, Uspi e Anes. Inoltre sono state date le prime conferme sulle risorse 2014 del contributo diretto all’Editoria per importi almeno pari a quelli 2013, ossia 48 milioni.
Le associazioni cooperative e non profit, Anso, Uspi hanno sottolineato la grande importanza della volontà espressa dal Governo di procedere con tempi certi nell’iter di un disegno di Legge delega. In particolare è stata molto apprezzata la scelta del Governo di inserire nella proposta del Disegno di legge delega la nascita immediata del Fondo per il pluralismo e la libertà dell’informazione.
Tante luci, ma non mancano le ombre: senza un intervento immediato, molte realtà non arriveranno al traguardo di una Riforma importante. Per questo motivo le associazioni cooperative e non profit, Anso e Uspi hanno annunciato che rispetto ad una situazione grave per alcune importanti testate cooperative e non profit determinata dalla mancata indicazione finale dei contributi 2014 continueranno un’azione di mobilitazione vigile nei confronti del Governo e nel rapporto con il Parlamento ed un più ampio lavoro di informazione e sensibilizzazione dei cittadini tramite la campagna “menogiornalimenoliberi”.
Ripercorri il dibattito 2015 sul fondo e la Riforma per l’editoria
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