Sulla Gazzetta Ufficiale del 20 luglio è stata pubblicata la legge di conversione del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, recante nuovi criteri per l’accesso ai contributi all’editoria. Il provvedimento disciplina il periodo transitorio – previsto dal decreto Salva Italia – degli ultimi 2 anni di contributo diretto a quotidiani e periodici. A partire dal 2014 il sistema sarà nuovamente riformato attraverso un decreto legislativo. La legge che dà la delega al governo per l’approvazione di tale decreto inizierà presto l’iter alla Camera. Infatti, giovedì scorso, la Commissione Cultura ha tenuto una serie di audizioni con le parti sociali. I criteri direttivi del disegno di legge sono i seguenti: configurare una gamma di possibili incentivi coerenti con l’attuale situazione del mercato editoriale; sostenere l’innovazione, e in particolare le start up e le iniziative editoriali che puntano alla multimedialità, al fine di modernizzare e sviluppare il settore; viene istituita una Commissione per ridefinire i soggetti editoriali meritevoli di sostegno pubblico, in particolare alto valore culturale, politico-sociale, e tradizione a livello locale; viene istituito un Registro delle riviste di alta cultura; si favorisce, con attività di comunicazione e promozione, la diffusione della lettura, in particolare tra i giovani.
«I tempi sono stretti e, come hanno rilevato le organizzazioni consultate, c’è da fare i conti con un processo legislativo straordinario per un settore e per un bene, il pluralismo dell’informazione, per il quale e’ centrale una legislazione organica e quindi e’ fondamentale l’intervento e il controllo del parlamento»: così il segretario della Fnsi, Franco Siddi al termine delle consultazioni. Per Siddi, «la bozza del governo consente di riaccendere i riflettori sul tema che se non affrontato con interventi coerenti in breve tempo rischia di aggiungere ai tanti deficit del paese il deficit del pluralismo, proprio alla vigilia di una tormentata fase politica ed elettorale».
Quanto alle linee guida, aggiunge, «la delegazione della Fnsi ha avanzato alcune proposte concrete perché la delega sia stringente e possa avere effetti incisivi per evitare chiusure di giornali, per moralizzare i caratteri dell’intervento pubblico, da destinare solo a giornali veri e anche una politica di ripresa industriale, di qualità dei contenuti e dell’occupazione del settore». Il segretario del sindacato dei giornalisti «ha tuttavia rilevato un grande limite su qualsiasi proposito riformatore nella mancata indicazione del tetto di risorse finanziarie disponibili. Il rigore e il contenimento della spesa va bene se inteso per evitare sprechi, ma occorre una base di partenza definita per il fondo dell’editoria con dotazione pluriennale certa». In caso contrario, per Siddi «ogni riforma sarebbe vana e non sarebbe una riforma un album di buoni propositi». Il confronto, sottolinea, ha evidenziato molti punti di intesa con altre organizzazioni, specialmente con Fieg, Mediacoop e Inpgi.
La Commissione Cultura della Camera, presieduta dall’onorevole Manuela Ghizzoni, ha deciso, infine, di proseguire l’approfondimento con le parti sociali in una prossima riunione programmata per il 4 ottobre prossimo.