“Qualsiasi ipotesi di modifica della par condicio che non sia preceduta da una rigorosa modifica delle inesistenti norme sul conflitto di interessi non potrebbe rappresentare altro che l’ennesima aggressione verso le opposizioni ed un ulteriore inquietante passo sulla strada della repubblica presidenziale a reti unificate di segno autoritario e populista”. Lo scrivono in una nota Vincenzo Vita (Pd) e Giuseppe Giulietti (portavoce dell’associazione Articolo 21) commentando la proposta di legge n. 2805 del Pdl, a firma Ignazio Abrignani, di riforma della par condicio, formalizzata oggi alla Camera..
“Tutte le ipotesi sin qui formulate dalla destra berlusconiana, ma per fortuna non ancora condivise dall’intero centro destra – dicono Vita e Giulietti – , tendono ad esaltare e a privilegiare nella competizione elettorale chi è direttamente il proprietario dei media e dispone di una grande quantità di denaro da investire . Si tratterebbe di un vero e proprio atto di killeraggio politico nei confronti di quel principio delle pari opportunità sancito dalla Carta Costituzionale.
Come se non bastasse le ipotesi di modifica tendono a ridurre drasticamente la presenza delle forse politiche così dette minori presenti in Parlamento e quasi ad azzerare la presenza di tutte le altre. Contro queste ipotesi sarà necessario elaborare una posizione comune tra tutte le forze politiche e sociali, comunque collocate che non intendono piegarsi alla logica del ‘telecomando unico”.
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