Il sistema che permette alle imprese editoriali di accedere ai contributi pubblici necessita di una bonifica, bisogna disboscarlo dalle finte cooperative o dalle testate nate solo per raccogliere i soldi pubblici. È tutto il comparto, dell’editoria non-profit, di idee, cooperative e politica, a chiederlo a gran voce. Solo in questo modo sarà possibile non dare più adito al politico di turno di chiedere l’abolizione dei contributi sulla scia dell’ennesimo scandalo o all’opinione pubblica – disinformata – di chiedere il taglio di “spese inutili”. Paradossalmente è proprio il legislatore che tarda ad avviare una seria riforma del settore. Per questo motivo un gruppo trasversale di parlamentari tra cui il senatore del Pd Vincenzo Vita ha già annunciato un emendamento per la prossima Manovra “ordinaria” di ottobre, che anticipi la Riforma dell’editoria, più e più volte annunciata dal sottosegretario Paolo Bonaiuti. La proposta vorrebbe legare il finanziamento a criteri di selezione che favorire le aziende vere, con dipendenti regolarmente assunti e con un prodotto presente in edicola.
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