RICONGIUNGIMENTO GIORNALISTI. I PUBBLICISTI POTRANNO FARE L’ESAME DI STATO

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Dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2018 è aperta per i pubblicisti la procedura di accesso al ricongiungimento. Per potervi accedere è necessario: – essere iscritti all’elenco dei pubblicisti; – svolgere all’atto della domanda attività giornalistica; – aver esercitato in maniera sistematica ed esclusiva attività giornalistica retribuita per almeno 36 mesi anche non continuativi nel quinquennio precedente la data della domanda; – presentare documentazione attestante il/i rapporto/i contrattuali esistenti nel periodo di riferimento, compresa la documentazione fiscale (Cud o dichiarazione dei redditi) e contributiva; – consegnare una relazione attestante l’attività svolta riferita a scritti e fotografie per giornali cartacei o/e on line; video o audio per radio e tv; lavoro di desk ecc.
Il “ricongiungimento” costituisce un percorso transitorio di accesso all’esame di Stato, per un arco temporale di cinque anni, regolato da precise norme. Non è una generica sanatoria, non sostituisce i canali di accesso tradizionali (praticantato aziendale, riconoscimento d’ufficio, scuole di giornalismo, tutoraggio per i free-lance), né tantomeno interferisce con le norme che regolano il riconoscimento dei pubblicisti nei singoli ordini regionali. Dal punto di vista giuridico il ricongiungimento si inserisce nel solco dei criteri interpretativi dell’art. 34 legge 69/1963 sull’iscrizione al registro dei praticanti. «Finalmente una buona notizia. L’approvazione da parte del Consiglio Nazionale delle norme sul cosiddetto “ricongiungimento” permetteranno ai pubblicisti che svolgono attività giornalistica in via esclusiva di accedere all’esame di Stato. È il giusto riconoscimento alla professione che si evolve e guarda al futuro», così il vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, Michele Taddei.

«Da tempo, come Ordine della Toscana, avevamo chiesto l’adeguamento delle regole perché venisse riconosciuta una situazione di fatto che produceva solo discriminazioni, di carattere contrattuale, ordinistico e, oserei dire, generazionale – continua Taddei -.
Per i colleghi più giovani, infatti, l’opportunità ora è di mettersi finalmente in gioco e vedere riconosciuto il loro impegno, al di là dei contratti che hanno ottenuto. È questo un segnale positivo, nonostante la crisi che sconvolge il settore dell’editoria nazionale e, purtroppo, anche Toscana. Nella nostra Regione su un elenco di 3500 pubblicisti circa, la riforma può arrivare ad interessare, in questa prima fase, 200/300 colleghi. E non è poco».

«Già nel 2011 l’Ordine della Toscana – conclude il vicepresidente – aveva sollecitato il Consiglio nazionale a prendere impegni in questa direzione. Adesso l’obiettivo è stato raggiunto e ringrazio tutti i consiglieri nazionali toscani che si sono adoperati per questa soluzione. Adesso aspettiamo di vedere le norme attuative, ma di per sé la notizia è già un ottimo risultato».

(Fonte: Ordine dei Giornalisti della Toscana)

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