“Fermiamo l’estradizione di Richard O’Dwyer”. È questo l’appello del fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales (foto), rivolto al governo inglese contro il procedimento richiesto dagli Stati Uniti per uno studente britannico di 24 anni, Richard O’Dwyer. Il ragazzo è accusato di aver violato le leggi sul copyright online e rischia di essere processato da un tribunale americano. Wales ha immediatamente lanciato una campagna online in cui considera il giovane “il volto umano” di una battaglia globale tra gli interessi delle industrie televisive e cinematografiche e quelli del pubblico.
Lo studente della Sheffield Hallam University rischia infatti 10 anni di prigione negli Usa per aver fondato TVShack.net. Il portale, oggi oscurato dalla polizia Usa, non offriva o copiava i programmi, bensì attraverso dei link rimandava ad altri siti, alcuni legali e altri no, da cui si poteva scaricare o vedere il materiale in streaming. Secondo la legge americana, lo studente inglese avrebbe commesso reato. Il sito, creato nel 2007, è diventato rapidamente un motore di ricerca specializzato per i contenuti TV e film, oltre che un forum per le persone. L’idea ha riscosso così tanto successo al punto che il sito è cresciuto in termini sia di fatturato che di pubblico. In soli tre anni O’Dwyer ha guadagnato circa 140mila sterline con una media al mese di visite, di circa 300mila utenti.
“Ho conosciuto Richard e mi sembra un ragazzo onesto. Il tipo di persona capace di immaginare la prossima grande idea su Internet”, ha scritto Wales in un articolo per il Guardian in cui contesta la legittimità dell’azione legale contro il giovane: “Nessun cittadino americano è mai stato portato nel Regno Unito per presunte attività criminali avvenute sul suolo americano”. Già da tempo il padre dell’enciclopedia virtuale è in prima linea in una vasta campagna online contro due iniziative legislative sui diritti di copyright su Internet non ancora approvate dal Congresso americano. Norme che a giudizio di molti potrebbero minacciare la libertà di rete e la vita stessa di alcuni siti, da Google alla stessa Wikipedia.
Massimo De Bellis
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