In un’intervista rilasciata a Repubblica, l’amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi ha spiegato obiettivi e strategie dell’azienda sul digitale: “Tim farà la rete unica per l’Italia. Ma vogliamo il controllo della nuova società”.
Gubitosi ha tracciato la rotta e ha spiegato al quotidiano: “Tim darà la banda ultralarga a tutta Italia, con Open Fiber o senza. E manterrà la maggioranza di una società unica della rete, come è logico che sia. Siamo il candidato naturale a creare un’infrastruttura che risponda alle esigenze di digitalizzazione del Paese, ancora più forti dopo il blocco legato all’emergenza del Covid-19. Ed essere connessi, oggi più che mai, significa anche salvaguardare la coesione sociale”.
L’ad di Tim ha spiegato, inoltre, che la società non vuole né può scendere sotto il 50% della partecipazione: “La maggioranza in capo a Tim non è una presa di posizione fine a se stessa, ma riflette una specifica esigenza industriale che richiede il consolidamento nel nostro gruppo”. E dunque ha spiegato: “La rete in fibra è parte di un complesso di tecnologie che permetteranno a Tim di contribuire alla modernizzazione digitale del Paese e di trattare a pari livello con gli altri operatori internazionali e con gli operatori che trasmettono contenuti senza avere rete, i cosiddetti Ott. E poi la differenza di dimensioni tra Tim e Open Fiber è un dato di fatto, quindi non esiste l’ipotesi che Tim scenda sotto il 50,1%”.
Nella sua intervista, Gubitosi parla di cosa succederà al prossimo cda di Tim: “Il consiglio delibererà sulla creazione di FiberCop, ossia la società della rete secondaria, e sull’ingresso in quella società di Fastweb e Kkr. Poi si valuterà se siamo arrivati a una convergenza su come questa operazione possa confluire nel disegno piu’ ampio di rete unica. Mi auguro si possa raggiungerla entro il 31 agosto. Ma in ogni caso saremo sempre disponibili, alle giuste condizioni, a trovare un’intesa anche dopo”.
La necessità della rete unica, per Gubitosi, è strategica per il Paese: “La rete unica serve perché permetterebbe di sviluppare un’infrastruttura più efficiente e in grado di rispondere velocemente alle esigenze crescenti di digitalizzazione dell’Italia oggi gli investimenti si duplicano dove non servono e non vengono fatti dove servirebbero, mentre la rete unica offrirebbe importanti risparmi e sinergie”. Occorre, però, comprendere che si parte da basi ritenute solide dall’ad Tim: “Ma nel pensare alla rete unica bisogna considerare che la rete Tim è tra le migliori in Europa. E durante il lockdown Tim ha lavorato senza sosta per l’apertura di nuovi cabinet, per far sì che nessuno rimanesse tagliato fuori. Questo lavoro sta proseguendo e entro fine anno avremo connesso il 75% della popolazione delle aree bianche, cioé quelle ancora senza banda larga, e il 90% della popolazione italiana. Ciò permetterà una significativa riduzione del digital divide e di non avere più cittadini di serie A e di serie B nella banda ultralarga”.
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