“Non è tutto oro quello che luccica. A Rete Kalabria i giornalisti non ricevono lo stipendio da otto mesi e, nonostante le reiterate promesse, il Gruppo Pubbliemme, che ha acquisito l’emittente televisiva di Vibo Valentia nel settembre scorso, non ha neppure provveduto a saldare le mensilità correnti”. Carlo Parisi, vicesegretario nazionale della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, denuncia la drammatica situazione in cui versano i cinque giornalisti dell’emittente vibonese che, nonostante il passaggio di proprietà, non hanno visto modificare la loro situazione creditoria nei confronti dell’azienda che, anzi, risulta aggravata dalla mancata corresponsione delle due ultime mensilità.
Dopo l’elezione di Cristina Iannuzzi a fiduciario di redazione, avvenuta lunedì scorso all’Hotel “501” di Vibo Valentia, l’Assemblea di redazione ha esaminato la situazione in oltre due ore di serrato dibattito, alla presenza di Carlo Parisi e dell’avv. Mariagrazia Mammì dell’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria, per fare il punto della situazione a quasi un mese di distanza dall’assemblea del 21 ottobre scorso e dall’incontro con i consiglieri d’amministrazione della Pubbliemme srl, Francesco Brogna e Maria Grazia Falduto, delegati dal presidente Domenico Maduli.
Nel corso dell’assemblea, presenti il fiduciario Iannuzzi, il direttore Mimmo Famularo ed i redattori Alessio Bompasso, Nunzia Loredana Colloca e Antonino Fortuna, è stata ribadita la pesante situazione debitoria pregressa che il nuovo editore si era impegnato ad azzerare procedendo, contestualmente, all’adeguamento e alla regolarizzazione delle posizioni contrattuali e, soprattutto, al pagamento della mensilità corrente.
Situazione, questa, che ha ulteriormente aggravato le difficoltà economiche dei giornalisti di “Rete Kalabria” che non riescono più a fronteggiare le inderogabili necessità familiari.
I giornalisti, seriamente provati da una situazione non più procrastinabile, sottolineano che, nonostante gli immani sacrifici e lo spirito di abnegazione, l’azienda non è riuscita finora a rasserenare gli animi, anzi ha finito per esasperarli.
L’Assemblea dei giornalisti, pertanto, ha deciso all’unanimità di proclamare da subito lo stato di agitazione affidando al fiduciario di redazione un pacchetto di dieci giorni di sciopero da utilizzare nel caso in cui, entro 48 ore dalla notifica del verbale, non verranno corrisposte le ultime due mensilità (settembre e ottobre 2013) ed entro dieci giorni non si procederà all’azzeramento della situazione debitoria, all’adeguamento e alla regolarizzazione delle posizioni contrattuali.
Il vicesegretario della Fnsi, Carlo Parisi, ribadendo il “pieno sostegno sindacale e legale del sindacato dei giornalisti al fiduciario di redazione ed ai colleghi impegnati in questa drammatica vertenza, ha invitato l’editore Domenico Maduli a provvedere immediatamente al pagamento delle spettanze correnti ed a definire in tempi brevissimi tutti gli aspetti relativi al saldo delle spettanze arretrate ed alla regolarizzazione di tutte le posizioni contrattuali”.
“In assenza di concrete risposte della Pubbliemme, – sottolineano, infatti, Parisi ed il fiduciario di redazione, Cristina Iannuzzi – causa il precipitare della situazione economica che attanaglia i giornalisti, saremo costretti a mettere in atto la deliberata protesta che prevede, appunto, la proclamazione delle prime dieci giornate di sciopero, le cui date e modalità di attuazione saranno rese note in tempi brevi”.
“In un momento così delicato della loro attività lavorativa, da parlamentare del Pd, non posso che esprimere la mia vicinanza, la mia solidarietà e il mio totale e incondizionato appoggio ai giornalisti dell’emittente Rete Kalabria, alle prese con il tentativo, ancora non riuscito, di farsi riconoscere i propri diritti” ha affermato, dal canto suo, in una nota, il deputato del Pd, Bruno Censore. “Un obiettivo che spero – ha proseguito Censore – possano conseguire al più presto, dal momento che da anni essi si sforzano con successo di dar vita a un’informazione quanto più possibile libera, plurale ed equilibrata nel rispetto delle parti. Il pagamento del mensile e delle spettanze arretrate per le prestazioni già offerte con tanta professionalità e dedizione, oltre che spirito di sacrificio, ritengo sia davvero il minimo sindacale, un ineludibile principio sancito peraltro dalla costituzione”. “Auspico, dunque – ha concluso il parlamentare – che la vertenza possa risolversi nell’immediatezza e per il meglio, che ai lavoratori vengano riconosciuti i loro inalienabili diritti, che le tensioni e le paure di queste ore si risolvano nel modo migliore possibile per i giornalisti e per le loro famiglie costrette a vivere con apprensione lo stato di disagio generato da una così complicata evenienza che richiede altissimo senso di responsabilità”. (http://www.giornalisticalabria.it)
John Elkann ha intenzione di vendere Repubblica. E con l’eventuale cessione del quotidiano, Gedi verrebbe…
I governi vanno ritenuti responsabili delle morti dei giornalisti: lo afferma l’Ifj, la Federazione internazionale…
Il Papa vuole che si cominci a fare la pace partendo dalla comunicazione, dall’informazione, dal…
Il comitato di redazione di Askanews “chiama” il sottosegretario Alberto Barachini. I giornalisti dell’agenzia di…
Anche i pubblicitari si oppongono alla web tax: Federpubblicità snocciola numeri, dati e cifre per…
La manovra non piace agli editori perché non c’è “niente per il libro”. E l’Aie…