“Fuori i partiti dalla Rai e basta con la lottizzazione”. E’ questo da anni il grido di battaglia di Matteo Renzi e dei suoi “rottamatori”. E proprio mentre la tv di Stato avvia un difficile processo di riforma interno, e l’esecutivo (guardando alla scadenza della convenzione) studia la riforma del canone e della governance, il premier ha deciso di ribadire il concetto. “Ci sono mille giorni davanti a noi dal primo settembre 2014 alla fine di maggio del 2017 dove, con calma e pazienza, libereremo l’Italia dai vincoli che non la fanno ripartire. Ma non potremo farlo – ha avvertito Renzi nella sua e-news – senza una discussione pacata, seria e civile sul vero valore aggiunto del nostro Paese: la cultura”. “Che in Italia vuol dire musei, certo. Musica, arte, ricerca, turismo, innovazione. Ma vuol dire anche Rai che va tolta ai partiti per ridarla al Paese, Universita’ dove possiamo valorizzare le vere eccellenze che abbiamo”, conclude il premier.