Un vero e proprio omicidio si sta consumando in questi giorni in Parlamento. In Commissione Affari Costituzionali del Senato è stata infatti blindata la legge di riforma dell’editoria. Il vigoroso stop a qualsiasi ipotesi di emendamento è stato voluto dal Governo, a dispetto delle sollecitazioni trasversali arrivate da destra e sinistra, compresa la minoranza Pd. Un atteggiamento autoritario, quello imposto dal relatore di maggioranza, il renziano Roberto Cocianchic, che non tiene assolutamente conto delle esigenze di tutte le piccole testate locali che, con questa riforma, rischiano di chiudere i battenti.
La riforma dell’editoria era necessaria, viste le innegabili distorsioni del passato soprattutto sull’uso dei contributi pubblici. Ma quella che è stata partorita sembra più una mannaia che si abbatterà sulle voci dei territori a vantaggio delle grandi testate. Un elemento su tutti: i contributi saranno erogati in base ai ricavi: cioè, chi incassa di più avrà più soldi dallo Stato; chi incassa meno – e quindi proprio chi avrebbe maggiore bisogno di sostegno – percepirà meno. Non c’è da essere degli scienziati per capire quali saranno gli effetti di una riforma così concepita: i ricchi saranno ancora più ricchi, i poveri saranno ancora più poveri. A tutto vantaggio delle grandi concentrazioni editoriali, per le quali si libereranno risorse che andranno a finanziare le loro ristrutturazioni aziendali, a danno di giornalisti e poligrafici.
Così, quindi, si sta uccidendo la piccola editoria, quella che a prezzo di enormi sacrifici riesce ancora a dare voce alle periferie d’Italia, in genere snobbate dai grandi giornali. Questo è l’omicidio che si sta consumando, in spregio a tutto il lavoro svolto in questi mesi dalle associazioni dei piccoli editori e delle cooperative nella ricerca di un dialogo con il governo per rendere equa questa riforma-ghigliottina. In questo imbavagliamento della informazione locale si è anche delineata – va detto con chiarezza – una salda alleanza tra Renzi e i Cinquestelle, fin dall’inizio contrari ad ogni ipotesi di sostegno all’editoria. Una alleanza che, almeno sul tema della libertà d’informazione, rende questo Paese molto più vicino alla Turchia di Erdogan di quanto si possa immaginare.
Enzo Ferrari
(direttore TarantoBuonasera)
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