Nella relazione annuale dell’Antitrust al Senato, il presidente Giovanni Pitruzzella fa il punto sullo stato dell’economia della Rete in Italia. Inevitabile parlare di Google, quindi. E proprio nell’attività del gigante di Mountain View, Pitruzzella individua un potenziale pericolo: “C’è il rischio che Google diventi monopolista nel mercato pubblicitario digitale”, si legge nel documento, “Fondamentale resta l’apertura alla concorrenza in quei settori in cui maggiori sono le potenzialità di crescita. Pensiamo all’e-commerce”, dice Pitruzzella.
Secondo Pitruzzella, “i motori di ricerca come Google e i cosiddetti social network ormai costituiscono un passaggio obbligato per la distribuzione dei contenuti web e Google, avvalendosi di questa posizione, si è posto l’obiettivo di divenire protagonista assoluto nel mercato della raccolta pubblicitaria. Nel giro di pochi anni, Google potrebbe diventare monopolista in questo mercato. L’assenza di regole adeguate rischia di marginalizzare l’industria editoriale, nonostante i significativi investimenti per realizzare processi di integrazione multimediale”.
Prosegue la relazione: “Troppo poco è stato fatto fin qui. In particolare, le potenzialità del mercato pubblicitario digitale sono limitate dalla concorrenza dei grandi attori web internazionali, originariamente estranei al mondo dei media, che ormai hanno acquisito posizioni di particolare forza economica che possono finire per depotenziare le opportunità del mercato digitale”. Per questo, ha spiegato, “ritengo che vada nella giusta direzione ogni proposta volta a inserire nel novero delle attività ricomprese nel Sistema Integrato delle Comunicazioni (Sic) quelle svolte da operatori fornitori di contenuti, gestori di portali, motori di ricerca, social network, che competono con gli editori tradizionali nell’attività di vendita degli spazi pubblicitari agli inserzionisti”.
Arriva poco dopo la presentazione la risposta dell’azienda di Mountain View. “Quello della pubblicità è un settore altamente competitivo e in costante evoluzione, in cui gli investitori pubblicitari spostano in continuazione i propri budget tra diversi tipologie di media, online e offline”, scrive Google in una nota. “Siamo felici di poter discutere del business pubblicitario di Google con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, così come con altri”.
C’è maretta al settimanale Oggi: i giornalisti hanno sfiduciato il direttore Andrea Biavardi, subentrato a…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Le cose cambiano, tutto scorre direbbe Eraclito. Sono passati meno di cinque anni dal 2020,…
Le associazioni degli editori europee sono pronte a ingaggiare battaglia contro Google. Per il caso…