Relazione al bilancio Inpgi: “Fondamentale l’allargamento della platea degli iscritti”

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“I numeri dei bilanci di assestamento 2019 e preventivo 2020 confermano gli andamenti che abbiamo visto negli anni scorsi con un’ulteriore perdita, nel primo semestre di quest’anno, di 400 posti di lavoro. Questa dinamica, ormai riconosciuta da tutti gli attori del sistema, ci ha portato ad ottenere, nel giugno scorso, la legge che ci consentirà di ampliare la nostra platea”. Lo scrive Marina Macelloni, presidente dell’Inpgi, nella relazione alla presentazione del bilancio dell’istituto di previdenza per i giornalisti.

Il documento, pubblicato e diffuso dai canali dell’ente, pone al centro della questione la necessità di ampliare la platea degli iscritti: “Dal 2023 la nostra platea di iscritti potrà essere allargata ad altre figure professionali che svolgono attività affini e in molti casi sovrapposte alla nostra. Si tratta di un risultato ottenuto in un momento particolarmente difficile sia per la drammatica crisi del settore dell’editoria, sia per un clima politico non particolarmente favorevole alla nostra categoria”.

E quindi rivendica l’impegno istituzionale: “Non ci siamo riusciti per caso o per fortuna. Ci siamo riusciti, con grande fatica, grazie a un lavoro di grande spessore tecnico e culturale che l’intero Consiglio di Amministrazione, insieme alle parti sociali, può rivendicare con orgoglio. E ci siamo riusciti perché non abbiamo chiesto soluzioni a spese della fiscalità generale ma abbiamo portato un progetto moderno di riconoscimento del mondo del lavoro che cambia e delle modalità per intercettarlo”. E infine: “Siamo stati ascoltati perché siamo un soggetto istituzionale credibile, forte della sua autonomia e della sua capacità di sostenere concretamente centinaia di aziende e migliaia di colleghi travolti dalla crisi del settore. Abbiamo potuto rivendicare tutto quello che abbiamo fatto con grande responsabilità in tre anni e mezzo di mandato. Tutti interventi che forse non hanno avuto sempre il consenso generale e di sicuro hanno comportato sacrifici pesanti per tutti, ma hanno permesso all’Istituto di essere ancora qui, autonomo, con una prospettiva e pronto ad affrontare le sfide del futuro”.

Marina Pisacane

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