In occasione dell’inizio della XVI legislatura, il governatore Crocetta è tornato a parlare dell’ufficio stampa della Regione, confermando che ieri nel corso della riunione di giunta, è stata deliberata formalmente la revoca dei 21 giornalisti che ne facevano parte. “Ancora una volta il presidente della Regione sfugge al dialogo e alla corretta prassi sindacale, annunciando il licenziamento dei 21 giornalisti dell’ufficio stampa direttamente ai giornali, ieri, e alle agenzie di stampa, oggi, invece che ai diretti interessati – si legge in una nota stampa del Cdr dell’ufficio stampa -. Crocetta è rimasto sordo alle ripetute richieste di incontro avanzate da questo Comitato di redazione e dalla Federazione nazionale della stampa ponendo in essere, reiteratamente, un comportamento antisindacale e denigrando la professionalità dei giornalisti e la dignità di 21 persone e delle loro famiglie. Apprendiamo, al momento solo dalle agenzie di stampa, visto che non abbiamo ancora avuto notificato alcun provvedimento e per questo l’ufficio continua a lavorare, seppur in stato di agitazione, che “alcuni dei giornalisti licenziati potranno essere riassunti, ma non certo con la carica di caporedattore. Avremmo voluto spiegare al presidente Crocetta – continuano i 21 giornalisti – se solo ci avesse dato la possibilità di esercitare questo diritto sancito dalle leggi e dalla coscienza, che la qualifica l’ha stabilita il parlamento siciliano e che non possono essere i giornalisti a modificarla, né tanto meno a essere, per questo, additati, dal presidente in primis, al pubblico ludibrio come l’emblema degli sprechi della Regione. Questo Cdr aveva, comunque, manifestato la propria volontà di individuare percorsi comuni che portassero a una riduzione dei costi dell’ufficio e a una riorganizzazione complessiva del lavoro, senza ottenere formali risposte.
I componenti dell’ufficio stampa – si legge a conclusione della nota – assunti con vincolo di dipendenza, carattere di continuità, in esclusiva e con il trattamento normativo ed economico previsto dal CCNL Giornalisti, faranno certamente valere, in sede civile, penale e contabile, i propri diritti inalienabili a difesa della professionalità e dignità personale.
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