Piccola editoria
Confindustria Radiotelevisione, insieme all’Anica, ha scritto una lunga lettera al governo in cui chiede l’utilizzo di una parte consistente del Recovery Fund per sostenere il digitale e le produzioni audiovisive e mediatiche.
La lunga leggera firmata dai presidenti Crtv Franco Siddi e Francesco Rutelli, diretta ai ministri Stefano Patuanelli (MISE), Roberto Gualtieri (MEF) Vincenzo Amendola (MAE) e Dario Franceschini (MIBACT) si apre con una richiesta diretta e difficilmente equivocabile: “Riteniamo fondamentale che il Governo italiano sostenga una posizione per far sì che a livello europeo nel 20% dei fondi che dovrebbero essere assegnati al digitale siano ricomprese anche le risorse da destinare alla produzione e distribuzione di contenuti audiovisivi e media”.
Ci sono delle ragioni economiche alla base della domanda: “Il settore audiovisivo – industria radiotelevisiva, produzione di film, serie televisive, documentari, animazione, contenuti unscripted, intrattenimento – rappresenta quasi 50 miliardi del PIL europeo, 1 milione di posti di lavoro diretti e 1 milione indiretti. Ma anche “alta tecnologia, pensiero, creazione, organizzazione e lavoro”, che sono elementi di innovazione permanente”.
La situazione è grave per l’intero comparto: “L’emergenza Covid ha catalizzato l’effetto delle difficoltà sistemiche che minano la sostenibilità dei media indipendenti europei. La posta in gioco è significativa per il futuro del pluralismo, delle produzioni originali e delle imprese nazionali che sono alla base della diversità culturale in Europa, e della sua identità specifica di somma di identità nazionali. L’industria audiovisiva nazionale ed europea deve poter crescere per essere competitiva e sostenere il confronto con i grandi Over the top. Non a caso il Commissario Breton ha inserito le industrie creative e culturali tra i 14 ecosistemi fondamentali per la Ricostruzione”.
Infine la conclusione della lettera Anica e Crtv contiene precise richieste: “Sostegno all’occupazione giovanile, creativa e tecnica, e alla formazione di nuove competenze per la creazione e realizzazione di opere cinematografiche, audiovisive e di format originali destinati alla programmazione sulle reti lineari nonché alla distribuzione on demand e sui nuovi mezzi di fruizione. Si tratta di un’industria cruciale per lo sviluppo della domanda di connessione nell’agenda digitale, con enormi potenzialità di crescita, sviluppo e competitività a livello internazionale e con una capacità di generare un incremento più che proporzionale degli investimenti pubblici e privati, come richiesto dai Fondi Europei”.
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