Pugno duro del presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, contro separatisti curdi e rivali politici dopo il trionfo del suo partito Akp nelle elezioni di domenica. L’aviazione di Ankara ha ripreso i bombardamenti contro postazioni del Pkk nel sud-est del Paese e nel nord dell’Iraq: nei raid, i primi sferrati dopo il voto, sono state colpite postazioni e depositi di armi nelle zone di Hakkari, Metina, Zap, Avasin-Basyan, Hakurk, Gara e Qandil. Il vicepremier turco, Yalcin Akdogan, ha avvertito che non ci sono le condizioni per una ripresa dei negoziati con i curdi avviati a fine 2012 ma interrotti da giugno, se non si rimuovono “i fattori che avvelenano questo processo”. Un’apertura e’ arrivata dal partito filo-curdo Hdp, che ha lanciato un duplice appello: ai miliziani separatisti del Pkk di attenersi al cessate il fuoco e al governo a interrompere le operazioni militari e di polizia. La situazione nel sud-est resta molto tesa: le autorita’ di Ankara hanno imposto un coprifuoco in diverse citta’ dopo gli scontri nella regione che hanno causato tre morti. Il Pkk in una nota ha denunciato che il governo “vuole intensificare la guerra”. A Silvan militanti dell’ala giovanile del Pkk hanno scavato trincee per tenere lontani gli agenti e un 22enne e’ stato ucciso dalla polizia. Altri due giovani sono rimasti uccisi negli scontri fra militanti del Pkk e polizia a Yuksekova, vicino al confine iraniano. Intanto continua la stretta sui media d’opposizione. Ben 58 giornalisti del gruppo editoriale Ipek, ostile a Erdogan, sono stati licenziati dagli amministratori nominati dal tribunale turco che la scorsa settimana ha ‘commissariato’ la societa’ che controlla i quotidiani Bugun e Millet e i canali Bugun tv e Kanalturk. Il gruppo Ipek e’ vicino al magnate e imam in esilio Fethullah Gulen, un ex alleato ora nemico giurato di Erdogan.Tra i giornalisti licenziati ci sarebbero il caporedattore di Bugun, Bulent Ceyhan, e il redattore Kamil Maman. Rientrerebbero in una retata anti-Gulen anche i 35, tra cui burocrati e poliziotti, arrestati con l’accusa di spionaggio militare in un blitz compiuto a Smirne e in altre 17 localita’. I nuovi provvedimenti fanno seguito al sequestro della rivista di sinistra Nokta e all’arresto del direttore e del caporedattore centrale ordinati da un tribunale di Istanbul per “istigazione a delinquere” per la copertina in cui si salutava la vittoria dell’Akp come “l’inizio della guerra civile turca”. Nella notte la Casa Bianca aveva espresso la “profonda preoccupazione degli Usa perche’ “i media e i singoli giornalisti critici verso il governo di Ankara sono stati oggetto di pressioni e intimidazioni durante la campagna elettorale turca, presumibilmente in modo deliberato per indebolire l’opposizione politica”.