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Reati sul web in forte aumento. E non solo sui social..

Anche i social network sono obbligati a rispettare la legge. Non è possibile dare sfogo ai propri istinti offendendo la reputazione delle persone o scrivere ciò che si vuole invocando la libertà d’espressione. Lo sa bene anche Facebook che si schiera – e certo non potrebbe fare diversamente – dalla parte del “politicamente corretto” condannando ogni contenuto illecito. «Facebook non può sottrarsi alle regole del diritto comune – spiega Giuseppe Conte, professore di diritto privato e avvocato esperto di privacy e comunicazioni elettroniche – e gli utenti dei social network non possono invocare la spazialità virtuale quale esimente per le loro affermazioni e i loro comportamenti. La tutela dei beni morali e, più in generale, dei diritti della personalità non viene sospesa nello spazio telematico». Una delle prime sentenze italiane in questo ambito è costata caro ad un giovane di Monza condannato a pagare alla vittima 15 mila euro essendo stata rilevata la «evidente lesione di diritti e valori costituzionalmente garantiti» (la reputazione, l’onore, il decoro).
Un dirigente della Polpost, Pasquale Sorgonà afferma che aumentando la comunicazione on line stanno aumentando, in proporzione, anche i reati sulla rete, e tra quelli più diffusi, oltre all’offesa, c’è il furto di identità. Ormai non bisogna neanche essere una cima delle nuove tecnologie, creare false identità sui social network è facilissimo, ma utilizzarle per danneggiare la vittima è un vero e proprio reato. «Bisogna usare la testa prima di fare clic», precisa Sorgonà, «quando una persona pubblica qualcosa su un social network è come se avesse sparato un proiettile da una pistola. Fermarlo, dopo, è difficile». Anche se ci sono sentenze all’avanguardia la legge evidenzia esigenze di adeguamento. Ne è consapevole Maurizio Fumo, consigliere della Corte di Cassazione, che evidenzia contraddizioni e lacune, tra queste l’anacronistica disparità di trattamento tra la diffamazione in rete e sulla stampa e la necessità di dover stabilire il luogo e il tempo del reato che risulta commesso in uno spazio indefinito. I social network sono nati come una zona eterea e continuano ad essere considerati luoghi senza spazio né tempo.

Luana Lo Masto

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