Addio stampatore. Dal prossimo 30 giugno il gruppo Rcs ha deciso di rescindere il contratto che lo lega a Beretta per l’attività dello stabilimento Niber di Cadriano, a Granarolo dell’Emilia in provincia di Bologna, dove si stampano circa 40.000 copie a notte del “Corriere della sera”. Il taglio mette a rischio il posto di 22 lavoratori, perché lo stampatore ha già annunciato l’intenzione di aprire, a partire dai prossimi giorni le procedure di mobilità. Un’autentica “doccia fredda” per i sindacati, che oggi hanno illustrato la situazione in conferenza stampa.
Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno interpellato i vertici delle rispettive sigle di categoria: l’obiettivo delle segreterie regionali dei sindacati è aprire un tavolo di trattativa nazionale a cui far sedere sia lo stampatore che il gruppo Rcs.
“Per noi sarebbe inaccettabile se Rcs non si presentasse”, ha affermato Giuseppe Ledda della Slc, appellandosi alla “responsabilità sociale” del gruppo: “Non possono pensare che questo stabilimento non li riguardi perché non si tratta di loro lavoratori”.
Sindacati ed Rsu hanno già proclamato tre giorni di sciopero. E non è escluso che la prima astensione dal lavoro scatti già da stasera. I sindacati, tuttavia, non intendono pre-annunciare gli scioperi per evitare che Rcs faccia in tempo a far stampare le copie (destinate ad Emilia-Romagna, Toscana e Trentino-Alto Adige) in altri stabilimenti: saranno dunque scioperi “selvaggi”, mette in chiaro Stefano Gregnanin, segretario regionale della Fistel, così da “bloccare o almeno rallentare il più possibile la produzione”. Solo un mese fa, tra l’altro, i sindacati avevano sottoscritto con Beretta un accordo per i contratti di solidarietà per i 22 dipendenti, “prendendo atto – ha spiegato Ledda – della situazione estremamente difficile del settore”. La chiusura dello stabilimento, però, è tutta un’altra storia. E i tempi che si preannunciano sono di quelli rigorosamente rigidi.
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