Editoria

Rcs, svolta improvvisa: così Cairo vuole salire al vertice

Che qualcosa stesse bollendo in pentola per Rcs era nell’aria, ma l’offerta di Urbano Cairo arriva un po’ a sorpresa: l’editore lancia un’Offerta pubblica di sottoscrizione per, almeno, il 50% delle quote e prova a rispondere alla fusione tra Stampa e Repubblica e agli Agnelli

Cairo Communication punta Rcs Mediagroup per “creare un grande gruppo editoriale”. L’editore Urbano Cairo presenta un’Ops che, qualora l’affare andasse in porto, gli consegnerebbe la leadership di un grande gruppo editoriale al cui interno finirebbe anche il Corriere della Sera.

Dopo la fusione tra il Gruppo L’Espresso e Itedi avevamo già provato a tracciare il possibile futuro di Rcs, anche alla luce dell’uscita degli Agnelli dagli azionisti. Sembrava che il candidato numero uno per convolare a nozze con il Corriere della Sera fosse il Sole 24 Ore. Ma da qualche seduta le indiscrezioni su un imminente intervento di Cairo si erano fatti particolarmente insistenti e oggi hanno trovato conferma.

Da un punto di vista tecnico, scrive proprio il Sole 24 Ore, l’offerta di Cairo “prevede 0,12 azioni Cairo Communication per ciascun titolo Rizzoli apportato. Il che significa che ogni 8,333 azioni consegnate gli aderenti riceveranno 1 azione Cairo Communication. In virtù di questo, sulla base del valore dei due titoli del 7 aprile scorso, il corrispettivo riconosce una valorizzazione di circa 0,551 per ciascuna azione Rcs. Tale valutazione, rettificata per tener conto del pagamento di un dividendo di 0,20 per azione, risulta pari a 0,527 euro per ciascun titolo consegnato all’Ops. Il tutto potrebbe richiedere l’emissione di massimo 62 milioni di nuove azioni Cairo Communication”.

Tecnicismi a parte, l’offerta di Cairo consiste in pratica nello scambio delle azioni della sua principale società per quelle di Rcs, che hanno un valore molto inferiore. L’editore fa sapere che questo piano mira alla creazione di “un grande gruppo editoriale multimediale, dotato di una leadership stabile e indipendente, e a rafforzare il profilo economico-finanziario di Rcs accelerandone il processo di ristrutturazione e rilancio”. Cairo vuole far leva sulla sua esperienza nelle ristrutturazioni aziendali, come ad esempio quella di La7 (anche se forse non tutti nell’emittente televisiva sono proprio felici delle decisioni prese dal patron dal 2013).

Di sicuro il proprietario di La7, Cairo Communication e Torino ha dalla sua non poche competenze nella raccolta pubblicitaria e nel settore dei periodici. Proprio questi ultimi gli hanno consentito di mantenere un’elevata capacità di guadagno in un contesto di mercato difficile per tutta l’editoria. L’attuale assetto manageriale non dovrebbe subire sconvolgimenti, anche se il piano prevede la semplificazione della struttura societaria.

Si punterà a realizzare “significative efficienze nella gestione dei costi operativi” e a sviluppare i ricavi sviluppando le potenzialità della Rizzoli e di ristabilire l’equilibrio economico del gruppo. Già, perché proprio i conti di Rcs Mediagroup hanno frenato di molto l’interesse del Sole verso l’investimento.

Secondo le previsioni di Cairo, la sua proposta potrà consentire ai soci del Corriere di essere azionisti di un gruppo che avrà un miglior profilo finanziario. Ma non solo, il rilancio di Rcs sarà sostenuto da una “maggiore flessibilità operativa e strategica” e promette di creare valore già nel medio termine.

L’operazione, come abbiamo detto, non è certo già conclusa. Ci sono ancora delle cose su cui discutere e anche l’Autorità dovrà pronunciarsi. Ma prima di arrivare al giudizio dell’Antitrust bisognerà superare alcune condizioni sospensive: una prima che riguarda i debiti di Rcs, la seconda è il raggiungimento di adesioni pari almeno al 50% più un’azione.

Cairo, da parte sua, chiede alle banche di rinunciare in maniera incondizionata a richiedere il rimborso anticipato del debito in vista del cambio di controllo. L’editore, inoltre, spera che venga bloccata anche l’esposizione del gruppo fino all’approvazione del prossimo bilancio. In sostanza, chiede che venga firmato un accordo per congelare le cose così come stanno adesso. Ora non resta che aspettare e vedere quale sarà la risposta che riceverà.

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