Il Corriere torna a casa o, meglio, ritrova la proprietà della sua sede storica in via Solferino. Urbano Cairo ha sottoscritto, con il fondo americano Blackstone, un accordo per la transazione sulla controversia relativa all’immobile milanese. Rcs sborserà una somma pari a settanta milioni di euro, di cui 59,9 per l’acquisto della sede e altri dieci per rifondere Blackstone delle spese sostenute. La controversia, lunga e frastagliata, era iniziata giusto quattro anni fa, nel mese di luglio 2018, quando Rcs aveva chiesto di invalidare la vendita dell’immobile di via Solferino alla società Kryalos. La Camera arbitrale di Milano, investita della questione, aveva riconosciuto la validità della vendita e intanto Blackstone aveva avviato, a New York, una serie di azioni legali contro Rcs.
L’accordo di transazione riporta il sereno e cancella quattro anni di contrapposizioni aspre che hanno fatto registrare ripercussioni importanti sulle aziende coinvolte, Corriere della Sera in primis.
Urbano Cairo in una nota ha espresso la sua soddisfazione per “aver raggiunto un accordo transattivo con Kryalos e Blackstone su tutti i contenziosi in corso e per l’opportunità di riacquistare la sede storica di via Solferino”. Quindi ha spiegato: “Accettiamo le decisioni del tribunale arbitrale e della Corte d’Appello, che hanno accertato la correttezza dell’operato di Kryalos e Blackstone e l’assenza di illeciti o malafede in relazione all’operazione del 2013. Conseguentemente, Rcs dà atto che Blackstone o Kryalos non hanno posto in essere alcuna scorrettezza e si rammarica per il disagio causato dalla controversia”.
Paolo Bottelli, amministratore delegato di Kryalos, ha dichiarato: “Siamo sempre stati sicuri di aver agito con professionalità e nel miglior interesse dei nostri quotisti, e siamo soddisfatti dalla positiva soluzione di questa controversia”. Il fondo Blackstone ha giudicato così la vicenda: “Siamo grati al collegio arbitrale di Milano e alla Corte d’Appello di Milano per aver confermato che Blackstone ha operato in modo totalmente corretto in relazione all’acquisto del 2013. Siamo soddisfatti che questa controversia sia ora risolta a beneficio dei nostri investitori”.
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