Rcs Mediogroup, la continuità aziendale è garantita. La ricapitalizzazione è stata giudicata imprescindibile. È arrivato il “sì” ufficiale di Mediobanca, Fiat e Intesa. Pirelli e Italmobiliare vicini alla approvazione. Indecisi gli altri. Orientato al “no” Assicurazioni Generali. Le conferme dovranno pervenire entro domani. L’eventuale inoptato sarà assorbito dai soci e dalle banche creditrici nei confronti della stessa Rcs. Domenica 14 aprile è previsto il cda del gruppo che esaminerà i conti del 2012 e valuterà il piano industriale e finanziario. Il consiglio detterà anche il calendario per le assemblee dei soci di maggio che dovranno ratificare ufficialmente le decisione del cda. Intanto si pensa già al “dopo patto”: nuova governance con un unico editore puro e di riferimento.
Ma procediamo con ordine. E facciamo un passo indietro.
Rcs, la società che edita, tra l’altro, il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport nel 2012 ha perso circa 400 milioni di euro. E considerando anche i debiti con le banche per 850 milioni, le perdite hanno superato un terzo del capitale sociale. Senza l’immissione di nuovo denaro, Rcs avrebbe dovuto portare i libri contabili in Tribunale.
«Il patto di sindacato resiste. La riunione è stata proficua e costruttiva». Lo ha dichiarato Gianpiero Pesenti, presidente di Italmobiliare, alla fine della riunione dei grandi soci del patto. Il quale controlla il 58% delle azioni di Rcs. Il vertice è avvenuto lunedì scorso ed è durato quasi quattro ore.
Martedì è arrivata la conferma ufficiale di Mediobanca (che ha il 14% di azioni vincolate da patto), Fiat (con il 10,35%) e Intesa Sanpaolo (con il 5%). Già nel corso delle riunione di lunedì questi istituti si erano impegnati a partecipare. Ma la conferma ufficiale è arrivata in seguito ad appositi cda delle banche.
Gli altri grandi soci dovranno comunicare l’eventuale aumento entro domani. Questo perché già domenica 14 aprile ci sarà il cda di Rcs. Il consiglio della società di Via Rizzoli approverà i conti del 2012. Nel consiglio si stabiliranno anche le date per l’assemblea ordinaria e straordinaria (che dovrebbero tenersi tra il 16 e il 24 maggio). Le quali dovranno, poi, dare inizio, ufficialmente alla prima parte della ricapitalizzazione: 400 milioni entro luglio (gli altri 200 sono previsti per il 2015). Le assemblee dovranno poi confermare e definire il piano industriale e finanziario del gruppo.
«Il piano triennale dell’ad Pietro Scott Jovane è credibile. E l’incontro di lunedì è stato incoraggiante». Ha commentato così John Elkann l’adesione della Fiat alla ricapitalizzazione, ufficializzata martedì scorso. E il presidente della casa automobilistica del Lingotto potrebbe anche sottoscrivere delle eventuali azioni inoptate dai pattisti.
A breve dovrebbe arrivare la decisione dei fratelli Pesenti (Gianpiero e Carlo), titolari di Italmobiliare (che ha il 7,5% delle quote nel patto). Gli imprenditori bergamaschi sarebbero intenzionati a ricapitalizzare solo per metà della loro percentuale azionaria.
Ricordiamo che le decisioni dei soci dovranno pervenire a Rcs entro domani. Ma una eccezione sarà fatta per gli azionisti minori. Questi potranno anche decidere in seguito, a giochi quasi fatti.
Mancano all’appello ancora molti soci, sia interni che esterni al patto. Ad esempio Mittel (1,2%), Generali Assicurazioni (3,7%), Unipol – Fonsai (5,2%) sono ancora indecisi. E soprattutto Generali, tramite l’ad Mario Greco, ha espresso forti dubbi sulla adesione. Delle conferme devono ancora arrivare dagli altri pattisi: Pirelli (5,2%) che sembra intenzionata a partecipare, Sinpar (2,0%), Merloni (2,0%), Eridano (1,2%) e Edison (1,0).
Passiamo ora ai soci esterni al patto. I Benetton (5%) hanno già rinunciato. Indecisi Diego Della Valle (8,6%) e Giuseppe Rotelli (16,6). Entrambi vorrebbero continuare ad investire in Rcs. Ma a condizione che cambi la governance attuale “imbrigliata” nel patto parasociale.
Ad ogni modo, come detto in precedenza, ci sono molte azioni “a rischio”: ovvero potenzialmente non sottoscrivibili, le cosiddette azioni inoptate. Tuttavia la ricapitalizzazione è data per certa. Questo perché, probabilmente, le inoptate interne al patto saranno assorbite dagli stessi soci interni all’accordo parasociale. Per quanto riguarda quelle esterne alla coalizione vincolante, saranno le banche creditrici nei confronti di Rcs a sottoscriverle pro quota in base alla loro esposizione. Ma non sono escluse azioni più trasversali vista la posizione “duale” di Mediobanca e Intesa. Queste banche sono socie nel patto. Ma anche creditrici rispettivamente per 50 e 300 milioni di euro (tra le principali banche esposte ci sono anche Unicredit, che è in credito per 77 milioni, Ubi, Bnl, Bpn, ma tali istituti non fanno parte di Rcs). In virtù di questa posizione tali istituti potrebbero “aiutare” Rcs sottoscrivendo, in base alla quantità di crediti, parte delle azioni inoptate.
Sembra tramontata l’ipotesi del consorzio di garanzia pilotato da CreditSuisse, advisor di Rcs per la ricapitalizzazione.
A questo punto, con la ricapitalizzazione garantita, non dovrebbero esserci problemi per la rinegoziazione del debito di Rcs. Ricordiamo che la casa editrice ha un debito finanziario di circa 850 milioni (in seguito alla cessione della francese Flammarion). Da questa cifra 575 milioni saranno riscadenzati a breve- medio termine. Ma le banche, prima di accettare la rimodulazione del debito, volevano la sicurezza dell’aumento di capitale. Tale garanzia, ora, sembra esserci.
Ma prima di iniziare i lavori per l’aumento di capitale, bisogna decidere il prezzo delle nuove azioni. Si è parlato di un possibile sconto (dal 55% al 70%) per invogliare i soci. In questo modo si avrà un cosiddetto effetto “diluitivo”. Ovvero i soci che non parteciperanno vedranno ridursi drasticamente il loro peso nella società. Intanto, dopo le rassicurazione dei giorni scorsi il titoli di Rcs sono saliti dell’1,87%, portandosi, nella giornata di ieri, a 0,845 euro ad azione.
Intanto molti soci pensano già al “dopo patto”. L’accordo parasociale scade l’anno prossimo. E le disdette dovranno pervenire entro settembre. Gli azionisti vorrebbero una revisione dell’attuale sistema di governance. L’idea è questa: dare a Rcs un editore puro, unico, magari assistito da un partner finanziario. Il tutto per dare più univocità alla gestione. Su questa linea ci sono, in primis, Della Valle (che vorrebbe sciogliere in anticipo il patto di sindacato), ma anche Rotelli, Mediobanca, Fiat, Pirelli.
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