Categories: Editoria

RCS, PESENTI LASCIA LA PRESIDENZA DEL PATTO. FUNZIONI VICARIE A MERLONI O A BAZOLI?

Giampiero Pesenti si è dimesso dalla presidenza del patto di sindacato di Rcs. Sarà sostituito dal componente più aziono, Francesco Merloni. Il quale, però, non parteciperà alla ricapitalizzazione. Sarà la volta di Giovanni Bazoli di Intesa Sanpaolo?
Ma procediamo con ordine.
Le indiscrezioni erano vere. Il presidente di Italmobilare, presente nell’accordo con il 7,4% dei diritti di voto, era al timone dell’accordo parasociale dal giungo del 2004. Ma ha deciso di lasciare.
«Ho sempre lavorato a favore delle società. Ho cercato sempre di trovare una soluzione di sintesi tra i vari azionisti. Ma ora questo incarico richiede attenzione e impegno costante. E le responsabilità del gruppo di Italmobiliare non lo consentono più». È questa la motivazione ufficiale trapelata dalla fonti vicine all’ottantaduenne presidente del gruppo di costruzioni bergamasco. In effetti Pesenti si è recentemente dimesso anche dai cda di Mittel, Pirelli (entrambe presenti nel patto di Rcs) e Allianz Italia. Quindi è probabile che l’imprenditore sia veramente intenzionato a concentrarsi sull’attività del cemento. Inoltre la decisione di lasciare la presidenza del patto di Rcs pare sia stata una decisione meditata da tempo. Quindi non direttamente collegata alle attuali problematiche del gruppo che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport.
«Tuttavia – ha precisato Pesenti – continuerò a partecipare all’attività della società». In effetti in termini puramente societari e azionari non è cambiato nulla. Italmobiliare continuerà a detenere il 7,4% delle quote del patto. Carlo Pesenti, figlio di Giampiero e ad di Italmobiliare, continuerà a sedere nel cda di Rcs. Rimane aperta anche la posizione che assumerà Italmobiliare nei confronti della ricapitalizzazione. I Pesenti non hanno ancora deciso se partecipare o meno. E nemmeno il loro voto in assemblea (quella che dovrebbe deliberare l’aumento), che può essere anche in contrasto con la partecipazione alla ricapitalizzazione, non è ancora chiaro.
L’accordo sociale che controlla il 58% delle quote del gruppo di Via Rizzoli dovrà solo eleggere un altro presidente. E le regole sono già chiare: sarà sostituito, in attesa di un nuovo presidente, da leggere con i quattro quindi dei voti (come precisato dal Corriere della sera, società edita da Rcs), dal componente più anziano. Il quale dovrebbe essere Francesco Merloni, che rappresenta la omonima società che detiene il 2% del capitale sociale. Ma Merloni ha già dichiarato che non parteciperà alla ricapitalizzazione e che voterà contro la stessa operazione nell’assemblea straordinaria del 30 maggio. Per Merloni, e anche per altri soci, l’aumento sarebbe vantaggioso per le banche creditrici e punitivo per gli azionisti. Infatti Paolo Merloni, il figlio di Francesco, si è recentemente dimesso dal cda di Rcs proprio perché in aperto disaccordo con il piano finanziario (che consiste nella ricapitalizzazione e nel rifinanziamento del debito con le banche esposte).
Dunque accetterà Merloni di rappresentare un patto che, oltre ad essere disunito, partecipa ad un’operazione che lo stesso Merloni non condivide?
L’alternativa, secondo il Corsera, sarebbe quella di Giovanni Bazoli, rappresentante di intesa Sanpaolo (di cui è presidente del consiglio di Sorveglianza). Ovvero la banca che detiene il 4,9% delle azioni del patto e che è anche creditrice verso Rcs per 300 milioni di euro.
Pare che Bazoli sia anche amico di Pesenti. Ma, nello stesso tempo, non è ben visto dagli azionisti (come Diego Della Valle) che sottolineano la posizione di conflitto di interessi di Intesa.

editoriatv

Recent Posts

Agcom e regia unica, tavolo sul diritto di cronaca attorno al calcio

L’era della regia unica sta per volgere al termine: l’Agcom mette nel mirino la gestione…

16 ore ago

La web tax: ossia non paghino i giornali lo strapotere degli Over the top

Maurizio Gasparri coglie la palla della sanzione Ue a Meta per ritornare sulla vicenda web…

2 giorni ago

Marketplace costerà 800 milioni a Zuckerberg, la stangata Ue

Stangata Ue a Meta: Mark Zuckerberg dovrà pagare 800 milioni, per la precisione sono 797,…

2 giorni ago

Stato di diritto e libertà dei media, il caso della Grecia ma anche dell’Italia

Una recente risoluzione del Parlamento europeo, che alleghiamo, si è espressa sullo Stato di diritto…

3 giorni ago

Convocata la Commissione vigilanza: il 20 novembre si vota il presidente Cda

Se ne parla tra sette giorni: mercoledì 20 novembre è convocata la commissione parlamentare di…

3 giorni ago

Manovra, Forza Italia: “Consolidare il fondo per il pluralismo”

Manovra, Forza Italia scende in campo per tutelare e sostenere il pluralismo dell’informazione. E lo…

4 giorni ago