RCS Mediagroup, Rotelli e Pesenti voteranno per la ricapitalizzazione. Ma non si sa ancora se aderiranno all’aumento. L’imprenditore milanese della sanità potrebbe essere finanziato da Intesa Sanpaolo. Continua la lotta di Della Valle contro i soci “viziati” dal conflitto di interessi, il piano finanziario e l’aumento troppo diluitivo. Oggi si tiene il cda della società di via Rizzoli. Il board cercherà di ritrattare le condizioni del rifinanziamento con le banche creditrici.
Ma procediamo con ordine e facciamo un passo indietro.
È durata due ore la riunione di lunedì dei soci del patto di sindacato che vincola il 58,2% delle azioni. Il board, tenutosi nello stabile (in vendita) di via San Marco, non ha prodotto grosse novità. Non è stato eletto un nuovo presidente dell’accordo parasociale. Ha presieduto la riunione il vicario Francesco Merloni (scelto perché il più anziano dei soci). La scelta di un nuovo presidente (da eleggere con i quattro quinti dei voti dei soci pattisti) è stata rimandata alle prossime settimane.
Inoltre i pattisti, all’unanimità, hanno proposto di non rimpiazzare i tre consiglieri dimissionari (Giuseppe Vita, Paolo Merloni e Andrea Bonomi). È stata prospettata anche la permanenza di Laura Mengoni, scelta per cooptazione dallo stesso cda per rimpiazzare Umberto Ambrosoli (che ha dovuto lasciare per motivi elettorali). Il cda quindi rimarrà di nove membri. Ma tutte le richieste dovranno però essere vagliate e approvate dall’assemblea dei soci.
Ma, con la ricapitalizzazione alle porte erano altri i problemi da risolvere. Con buona pace della scelta del presidente del patto e del numero dei consiglieri. In effetti la riunione degli azionisti di domani dovrà deliberare sull’aumento di capitale. Senza il quale non è garantita la continuità aziendale. Né tantomeno avrebbe senso la trattativa per la rinegoziazione del debito con le banche creditrici.
Da questo punto di vista a via Rizzoli sembrano arrivare buoni segnali. Anche se non è ancora ufficiale, pare che Pesenti di Italmobiliare (7,4%) e Giuseppe Rotelli (16,6%) non ostacoleranno l’operazione. Ovvero voteranno a favore dell’aumento. E se sarà così i due terzi dei rappresenti presenti del capitale sociale si raggiungeranno senza problemi. Ma la ricapitalizzazione, oltre ad essere votate, deve essere effettuale “materialmente”. E bisogna ancora vedere se gli stessi Pesenti e Rotelli parteciperanno attivamente all’aumento (in effetti i due aspetti non sono coincidenti). Ma in ogni caso se le banche creditrici accetteranno una ricapitalizzazione a 380 milioni (invece di 400), l’operazione non è più a rischio. Infatti i soci (anche grazie a Fiat e Intesa Sanpaolo che copriranno parte delle azioni inoptate) dovrebbero farcela a coprire il limite base del 50% della ricapitalizzazione. Che equivale a 200 milioni. Per il resto ci penserà il consorzio di garanzia a finanziare l’operazione con altri 180 milioni.
Una piccola parentesi va aperta per quanto riguarda Rotelli. L’imprenditore milanese non ha ancora deciso se aderire all’aumento (anche se, come detto in precedenza, non ostacolerà l’approvazione dell’operazione). Il primo azionista di Rcs potrebbe decidere di aderire parzialmente. Ovvero ricapitalizzando solo una parte del suo pacchetto azionario. L’adesione di Rotelli potrebbe anche essere supportata da un finanziamento di Intesa Sanpaolo. La quale potrebbe fornire all’imprenditore milanese una parte dei 67 milioni (oppure l’intera somma) necessari per “riscattare” la sua quota del 16,6% in Rcs.
Non è di certo indeciso Diego Della Valle. L’imprenditore marchigiano è sempre determinato a portare avanti una azione di responsabilità nei confronti di alcuni soci (sarebbe pronta una terza lettere di protesta al cda). Secondo il fondatore della Tod’s alcuni azionisti sarebbero in conflitto di interesse. Della Valle si riferisce alle banche che sono, contemporaneamente, socie e creditrici. Sarebbe il caso di Intesa. La quale possiede il 4,9% delle azioni del patto. Ma l’istituto è anche il primo creditore, con una esposizione di 300 milioni. Inoltre la banca torinese rileverà parte delle azioni inoptate interne al patto. E parteciperà al consorzio di garanzia. E, come detto in precedenza, potrebbe anche finanziare la partecipazione di Rotelli nell’aumento. Inoltre Della Valle crede che l’intero piano finanziario (ricapitalizzazione e rifinanziamento del debito per 575 milioni) sia a favore delle banche e punitivo per i soci. Soprattutto per quelli che non parteciperanno all’aumento. Visto che la ricapitalizzazione avrà, molto probabilmente, un effetto iper-diluitivo. Ovvero le nuove azioni saranno emesse ad un prezzo (ancora non si sa quale) sensibilmente inferiore a quello attuale di mercato. Per Della Valle sarebbe più opportuno il ricorso alle procedure concorsuali. In particolare al concordato preventivo. Ma sia la dirigenza di Rcs che i soci non sono d’accordo. La divergenza potrebbe finire in Tribunale? Vedremo.
Intanto oggi, nel tardo pomeriggio, in vista dell’assemblea di domani, ci sarà il cda. Nel board si cercherà di concludere l’accordo di rifinanziamento con le banche creditrici. Rcs cercherà di migliorare alcune condizioni. Tra cui la diminuzione dello spread (da 610 punti base a 470); la quantità del rimborso post-ricapitalizzazione (da 225 a 150 milioni); e la diminuzione dello stesso aumento da 400 a 380 milioni. E anche la cifra da rifinanziare potrebbe salire a 600 milioni (dai 575 iniziali).
Il titolo di Rcs, ieri, dopo una vari cambiamenti, ha perso il 3,2%. E si è fermato a 0,7 euro ad azione.