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Rcs Libri a Mondadori: nuovo colosso editoria (se l’Antitrust dà l’ok)

Accordo sulla base di 127 milioni per la cessione di Rcs Libri a Mondadori, Berlusconi: “Un investimento per il futuro del nostro Paese”. Ma Cestaro (Slc Cgil) avverte: “Compromesso il ruolo delle piccole case editrici”. L’ultima parola all’Antitrust

Rcs Mediagroup cede a Mondadori Rcs Libri per 127,5 milioni di euro. Una trattativa andata avanti per mesi giunge a conclusione e consegna al mercato italiano il suo nuovo colosso editoriale (già ribattezzato da molti “Mondazzoli”), leader indiscusso del mercato nazionale. Antitrust permettendo.

La decisione è stata presa dal consiglio di amministrazione di Rcs Mediagroup all’unanimità, alla presenza del presidente Maurizio Costa e dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Con la firma del contratto viene ceduto il 99,99% (l’intera quota posseduta dal gruppo) di Rcs Libri a Mondadori, mentre dall’affare resta fuori il 58% di Adelphi che dovrebbe essere ceduto a Roberto Calasso.

Si tratta di “un’operazione di cui siamo particolarmente orgogliosi”, commenta Marina Berlusconi, presidente del Gruppo Mondadori: Un rilevante investimento, da parte di una grande azienda italiana, in un settore nobile e speciale come quello del libro”. In questo modo, prosegue, “la Mondadori torna a crescere e compie un passo cruciale verso una sempre maggiore solidità”.

Secondo Berlusconi l’accordo “è anche un investimento per il futuro del nostro Paese e sulla qualità di questo futuro. Nella sua analisi, la presidente di Mondadori rileva che le dinamiche del settore spingono in tutto il mondo gli editori ad unire le forze: “Un processo che in Italia, dove gli operatori hanno dimensioni molto più piccole rispetto a quelli degli altri principali Paesi, risulta ancora più necessario. L’acquisizione della Rcs Libri va in questa direzione”.

Con la cessione, conclude la presidente di Modadori, “una realtà estremamente significativa del nostro panorama librario resterà italiana. Un’editoria nazionale più solida e competitiva potrà disporre di maggiori risorse da investire nella qualità, potrà reggere davvero il confronto con i grandi editori stranieri e con protagonisti estremamente aggressivi del calibro di Amazon”.

L’operazione è frutto di una scelta convinta, importante e strategica. “Un cambio di passo – riferisce Ernesto Mauri, amministratore delegato del Gruppo Mondadori – che ci ha portato a focalizzarci sui nostri core business – i libri, trade ed education, affiancati dalla rete di librerie, e i magazine in Italia e Francia – e a raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci eravamo prefissati: il ritorno all’utile, una redditività positiva in tutte le attività e una forte riduzione dell’indebitamento”.

La fusione tra Rcs Libri e Mondadori ha suscitato grande clamore, non solo nel settore dell’editoria. Il presidente di Rcs Libri, Paolo Mieli rileva che i due gruppi “sono come Coppi e Bartali”. Intervenendo su Rai 3 per commentare l’accordo, Mieli spiega che “in futuro nasceranno gruppi editoriali sempre più grandi. Non dobbiamo preoccuparci né opporci”. Secondo il presidente di Rcs Libri ormai la competizione europea e mondiale si gioca tra colossi dell’editoria, cui si affiancano magari case editrici più piccole. “È ridicolo descrivere questa operazione come una manovra autoritaria”, chiosa Mieli.

Insomma, le parti in causa salutano con grande ottimismo la chiusura dell’affare, ma non tutti sono d’accordo. Il Sindacato dei lavoratori della comunicazione della Cgil (Slc), ad esempio, sottolinea come la vicenda non possa non passare al vaglio dell’Antitrust. Il segretario generale di Slc Cgil, Massimo Cestaro, ritiene infatti che il gruppo Rcs perde un fattore di qualità della sua missione riducendo il proprio perimetro e che, contestualmente, Mondadori assume una centralità che rasenta l’esclusività nel campo editoriale: una concentrazione che non può non essere attentamente valutata dall’Antitrust”.

Cestaro dichiara che il sindacato ha ricevuto garanzie sul fatto che la vendita della Rcs Libri non porterà ad alcuna riduzione dei livelli occupazionali, ma spiega comunque che questa concentrazione rischia di compromettere il ruolo delle piccole case editrici che nel sistema commerciale che si determinerà finiscono per essere espulse dal mercato con un evidente danno del pluralismo nel settore librario a scapito soprattutto degli scrittori più giovani”.

Come ricordato anche da Cestaro, ora resta da sciogliere il nodo Antitrust poiché la nuova Mondadori si ritroverà all’improvviso in mano una quota di mercato che oscilla dal 30 al 40%. Un fatturato stimato di circa 500 milioni in un mercato che vale 1 miliardo e 200 milioni potrebbe portare l’Autorità Garante della Concorrenza e il Mercato a giudicare dominante tale posizione e considerarla in contrasto con le attuali norme sui monopoli. In questo caso Rcs Libri o Mondadori dovrebbero procedere alla cessione di alcuni marchi editoriali.

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