Alla Santanché interessano i periodici in vendita di Rcs. La deputata del Pdl li acquisirebbe tramite Visibilia, società concessionaria di pubblicità. L’operazione sarebbe a costo zero e con tanto di “dote” di 20 milioni di euro in due anni. Ma i cdr dei periodici non si stanno: «Non se ne parla. Rcs rispetti i patti. Altrimenti la citeremo per violazione degli accordi sindacali».
Ma procediamo con ordine.
La notizia è trapelata sulle pagine del Fatto quotidiano. Daniela Santanché, deputata del Pdl, si sarebbe fatta avanti per rilevare quattro periodici di Rcs. Si tratta di quelle testate (in tutto dieci) che la società di via Rizzoli ha deciso di vedere. Oppure di chiudere, se entro il 30 giugno non si troverà un acquirente affidabile.
Alla Santanché interesserebbero quattro periodici: l’Europeo, Visto, Novella 2000 e il polo dell’enigmistica. In “forse” ci sarebbe anche Bravacasa. Resterebbero “al palo” A, Astra e Yacht £ Sail.
Poi per quanto riguarda Max e Ok Salute, queste testate potrebbero avere anche un futuro come allegati. Il primo accompagnerebbe la Gazzetta dello Sport. Il secondo si unirebbe al settimanale Oggi.
Ma andiamo nel merito della trattativa. Innanzitutto qualifichiamo la “controparte” di Rcs. La Santanché acquisirebbe le testate tramite la sua società di pubblicità, Visibilia, di cui è amministratore unico. «La libertà è un valore in cui credere. La visibilità uno in cui investire». È questo il motto di Visibilia. La società, fondata nel 2008 per gestire le inserzioni di Libero e del Riformista, è cresciuta in poco tempo. Ed ha inserito tra i propri “clienti” il Giornale, l’Ordine di Como e il mensile Style (entrambi allegati del Giornale). Poi c’è anche la stampa free. Visibilia gestisce la pubblicità per il quotidiano Metro, il quinquennale MyMi e il settimanale Io Spio. Dal febbraio del 2012 si è aggiunto il circuito cinematografico The Space Cinema. Visibilia raccoglie spot anche per Planet Kids, un canale tematico per bambini che va in onda su Sky. Si occupa della pubblicità sul web per il quotidiano online L’intraprendente (diretto da Giovanni Sallusti), e per le versioni digitali del Giornale. Inoltre dal 15 gennaio del 2013 Visibilia è la concessionaria di un circuito di radio regionali e locali che supera le 60 emittenti.
Come appena visto, Visibilia, in barba alla crisi mondiale, è un azienda in salute, attiva su tutti i media e in costante crescita. Nel 2010 aveva un attivo netto di 1,2 milioni. Nel 2011 si è passati a 28,2. Pare che la Santanché voglia quotare la sua società in Borsa, a Piazza Affari. E, per fare ciò, voglia ingrandire la suddetta società. E i periodici in vendita di Rcs sembrano una buona opportunità.
Ad affiancare Visibilia ci sarebbe anche un fondo estero, ancora sconosciuto.
C’è da precisare che non c’è stata alcuna proposta ufficiale. Forse si aspetterà la settimana prossima. Tuttavia la notizia è stata confermata dall’ex marito della Santanché, Canio Giovanni Mazzarro, dg di Bioera (spa nata nel 2004 attiva nella produzione e distribuzione di prodotti biologici e naturali per la salute e il benessere) di cui la Santanché è presidente. Mazzarro si è mostrato ottimista per la trattativa. Ma solo perché Rcs deve per forza vendere.
L’offerta della deputata del Pdl, coerentemente con le altre proposte ricevuta da Rcs, è a costo zero. Anzi, sottintenderebbe una “dote” di circa 20 milioni. Ovvero la Santanché rileverebbe le testate di suo interesse. Manterrebbe per due anni i livelli occupazionali (in tutto i dieci periodici contano 90 giornalisti e 22 poligrafici). Ma in cambio Rcs dovrà corrispondere una sorta di accompagnamento. Si tratta di una cifra da spalmare in due anni, calcolata in base ai risultati commerciali. A conti fatti si tratterebbe, come detto in precedenza, comunque, di una sorta di “dote”.
Ma i cdr dei periodici non sono vedono di buon occhio un passaggio nella società della deputata del Pdl. I sindacati interni vedono il passaggio a Visibilia, ma anche una qualunque svendita, come una minaccia e una violazione degli accordi presi. «Non prendiamo neanche in considerazione l’ipotesi. Rimaniamo all’accordo preso con la società di attuare uno stato di crisi fino a febbraio 2014. Se così non sarà saremo costretti a dar seguito alle minacce e citare Rcs per violazione degli accordi sindacali sottoscritti in sede aziendale, nazionale e ministeriale», hanno dichiarato i cdr.
Particolarmente duro è stato il cdr di A, giornale che, comunque non dovrebbe rientrare in un ipotetico affare. «Ci sentiamo in difficoltà al solo pensiero che Rcs tratti con la Santanché per vendere dei giornali del gruppo ad una concessionaria di pubblicità che lavora anche per il Giornale», ha dichiarato il sindacato interno.
Ma la vendita alla Santanché, anche se non gradita ai sindacati, potrebbe letteralmente salvare le testate dalla chiusura. Infatti Rcs, se entro il 30 giugno, non riceverà offerte interessanti chiuderà quasi tutte i dieci giornali. Dovrebbero salvarsi Max, Ok Salute (che, come detto in precedenza, dovrebbero diventare degli allegati) e il polo dell’enigmistica che costa poco e rende bene. Rcs sembra non avere nessuna intenzione di continuare ad investire sui periodici. Infatti la società di via Rizzoli, nelle scorse settimane, durante un incontro con i cdr, ha proposto una cassa integrazione a zero ore. E poi la chiusura definitiva. Da parte loro i sindacati hanno ricordato che Rcs aveva assicurato un piano di riorganizzazione alternativo alla cessione e ad ogni azione unilaterale (cioè presa senza il consenso delle stesse testate).
Ma la deputata del Pdl potrebbe rappresentare l’ultima spiaggia per i periodici di Rcs. Gli interessamenti degli altri si sono mostrati inconcludenti. In effetti qualche tempo fa (i periodici sono ormai in vendita da mesi) ha mostrato interesse un’altra concessionaria pubblicitaria: la Prs, di Alfredo Bernardini De Pace. Poi c’è stata la società editrice digitale di Paolo Madron, News 3.0, in collaborazione con Matteo Arpe del fondo Sator. Poi è spuntato il nome di Guido Veneziani, editore di Vero Tv; e di Marco Pittini, ex dg proprio di Rcs Libri, con il suo fondo Vela. Qualche mese ci fu un interessamento molto labile da parte di Andrea Mastagni, presidente del Gruppo Seregni Fingraf (maggiore stampatore italiano e imprenditore “discusso” per la gestione poco felice di alcune sue attività). Ma non si è mai concretizzato nulla.
In ogni caso si tratta comunque di affari delicati. I dieci periodici in vendita nel 2012 hanno perso 10 milioni di euro. Il loro fatturato è calato del 19% rispetto al 2011. E stando ai primi mesi del 2013 (nel primo trimestre sono già stati persi 3-4 milioni) il prossimo esercizio potrebbe chiudersi con un “rosso” di 20 milioni. Si tratta proprio dello “accompagnamento” che avrebbe chiesto la Santanché per rilevare i periodici.
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