Lo scenario che potrebbe delinearsi con la fusione tra il gruppo editoriale l’Espresso (che edita, tra gli altri, La Repubblica e i giornali locali Finegil) e il gruppo Itedi (La Stampa e il Secolo XIX) inizia a preoccupare l’Ordine nazionale dei giornalisti. Finalmente sembra stiano per accendersi i riflettori su un’operazione che fino a poco fa stava passando stranamente quasi inosservata, in cui, tra l’altro, Fca ha disimpegnato tutte le proprie azioni di Rcs Mediagroup per diventarne il più grande concorrente.
L’Odg fa sapere di essere vicino ai giornalisti dei gruppi impegnati in queste ore nelle trattative aziendali e di gruppo con i loro Cdr e sottolinea che la libertà di informazione e il pluralismo, che stanno alla base della Costituzione e della Legge istitutiva dell’Ordine, restano dei valori irrinunciabili.
In questa situazione sono molto probabili dei riassetti negli organici delle testate coinvolte, per questo motivo dal Consiglio nazionale dei giornalisti spiegano senza mezzi termini di essere contrari a operazioni di riassetti organizzativi e riduzioni di organico che possano penalizzare il panorama editoriale italiano e la qualità dell’offerta giornalistica privilegiando aspetti finanziari rispetto alla tutela del lavoro giornalistico.
Per ora dall’Odg parte quindi un invito agli enti e alle associazioni di categoria a vigilare e a far sentire la propria voce in difesa della pluralità dell’informazione, del patrimonio professionale delle testate e della specificità territoriale dei giornali interessati.
Una prima buona notizia, ora non resta che vedere cosa succederà. Anche perché è difficile immaginare che altri editori non proveranno a mettere in piedi operazioni come quella di “Stampubblica”. In un articolo di inizio mese abbiamo provato ad analizzare il panorama attuale delle possibili nuove fusioni. La più verosimile, al di là delle smentite giunte da ambo i lati, appare quella tra il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera.
Qualche giorno fa Maurizio Costa, presidente di Rcs Mediagroup, ha chiuso alla possibilità della creazione di un gruppo concorrente con l’unione tra Sole 24 Ore e Corriere della Sera. Anche il presidente del Sole, Benito Benedini, smentisce tutto da qualche mese. Ma non tutti la pensano così.
Lettera 43, ad esempio, scrive che Sole e Corriere avrebbero pronto un piano per la fusione. Una riunione segreta di Mediobanca, in cui erano presenti i soci più importanti di Rcs, avrebbe gettato le basi di un progetto per controbattere a Espresso-Itedi. A decidere potrebbe essere Confindustria. Secondo la ricostruzione di Paolo Madron il quotidiano legato agli industriali non avrebbe in realtà intenzione di legarsi ad altri giornali, specie con quelli che versano in situazioni peggiori. Il riferimento implicito sarebbe da attribuirsi proprio al Corriere. E allora come mai le parti dovrebbero cambiare idea e decidere di fondersi?
A cambiare tutto sarebbe stato l’annuncio del memorandum d’intesa che ha sancito la nascita di “Stampubblica”. Il fatto che le voci si fossero tramutate in realtà ha scombinato le carte in tavola. E allora via alla riunione segreta in Mediobanca per fissare le basi di questa operazione. Possibile un aumento di capitale di Rcs (da parte della stessa Mediobanca, di Unipol e dei Della Valle) per ridurre il debito e rimettere i conti in ordine. Per farsi belli, insomma, in vista di un appuntamento importante e per fare buona impressione su chi dovrà dare il consenso per l’unione: Confindustria.
Resta la contrarietà di Benedini, ma il suo mandato sta per scadere. E in ogni caso, anche se il giornale di Confindustria economicamente è messo molto meglio del Corriere, sembra prepararsi a una drastica riduzione di costi e organico e proprio uno scenario in cui confluissero più soci all’interno della nuova società, il sindacato degli imprenditori potrebbe pensare di dare il via ai tagli.
Al momento queste restano solo delle ipotesi, solo uno dei possibili scenari, ma a breve qualcosa potrebbe muoversi: le elezioni del prossimo presidente di Confindustria potrebbero infatti dare il via, o segnare lo stop definitivo, del progetto “Sole della sera”.
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