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RCS: DOPO L’USCITA DI DELLA VALLE SI PREVEDONO SCONTRI SENZA ESCLUSIONE DI COLPI

Quel rimbalzo del 20,86% (la seconda migliore performance di borsa di sempre) messo a segno giovedì 5 aprile dal titolo Rcs Mediagroup, all’indomani della spaccatura del patto e dell’uscita di Diego Della Valle dal sindacato di blocco e in occasione della presentazione della lista dei candidati per il rinnovo del cda, non può essere solo “un segnale positivo che viene dal mercato e che ci incoraggia a proseguire sulla strada che abbiamo imboccato”, come ha frettolosamente commentato il presidente di Fiat, John Elkann (azionista forte con oltre il 10%). 
Non si spiega neppure con la nuova governance impostata da Renato Pagliaro (Mediobanca) per Rcs, scrive MF. Semmai Piazza Affari ha intravisto le potenzialità speculative del titolo legate ai possibili futuri scossoni che potranno assestarsi nel composito azionariato del gruppo editoriale di via Rizzoli proprio in seguito all’uscita dal patto di Della Valle (5,4%) e delle sue dichiarazioni tranchant sul futuro della sua partecipazione e della società stessa.
A questo si aggiunge il blitz messo a segno nella giornata di venerdì 6 aprile da Giuseppe Rotelli, il patron del gruppo ospedaliero San Donato che per 53,7 milioni (1,4 euro per azione) si è assicurato il pacchetto (5,1%) di azioni Rcs in mano alla famiglia romana Toti. Un acquisto fatto anche per anticipare eventuali contromosse di Della Valle e messo a segno all’indomani delle valutazioni di Elkann, a dimostrazione che nei prossimi mesi potremmo davvero assistere a uno scontro senza esclusione di colpi su Rcs.
Una battaglia che si potrebbe concretizzare nel momento in cui l’azienda, rinunciando a vendere la casa editrice francese Flammarion (vale almeno 300 milioni), sarà costretta a varare un robusto aumento di capitale, almeno da 4-500 milioni, per sanare i conti e ribilanciare l’esposizione debitoria (938,2 milioni). Proprio la ricapitalizzazione potrebbe ridisegnare gli equilibri in campo viste le disponibilità di soci quali Della Valle e Rotelli e le aspettative di altri azionisti di peso: Intesa in particolare è esposta per oltre 300 milioni e potrebbe chiedere di tramutare il credito bancario in equity, mentre FonSai potrebbe uscire di scena.

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