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Rcs, Della Valle punta al 20% del gruppo: “Sì all’aumento. Pronto anche per l’inoptato”. Parte la sfida a Fiat

Diego Della Valle e il Corriere della sera

Diego Della Valle, azionista fuori patto con l’8,7% delle azioni, parteciperà all’aumento di capitale del gruppo Rcs. L’imprenditore marchigiano riscatterà la sua quota. Ed è pronto anche a rilevare tutto l’inoptato. In questo modo mister Tod’s potrebbe superare anche il 20% del nuovo capitale sociale. Quindi sorpassando Fiat. La quale, dopo aver acquistato i diritti di opzione, arriverà al 20,123%. “Se il piano funziona siamo disposti a prendere tutto l’inoptato”, ha assicurato Della Valle.
Per l’imprenditore calzaturiero la partecipazione all’aumento è stata una svolta. È stato lui stesso a comunicarlo ieri sera in una conferenza stampa a sorpresa. Ricordiamo che il presidente della Fiorentina è stato l’unico a votare contro l’operazione durante l’assemblea straordinaria del 30 maggio. In effetti Della Valle ha criticato più volte sia il piano finanziario che quello industriale. Inoltre vorrebbe lo scioglimento del patto di sindacato e una nuova governance designata dagli azionisti, ma indipendente dagli stessi. Tuttavia Della Valle ha sempre dichiarato di voler partecipare volentieri alla ricapitalizzazione di Rcs. Ma ad alcune condizioni: revisione del piano, fine dell’accordo parasociale e nuova struttura dirigenziale.
Tuttavia gli altri soci (tranne Fiat), pur condividendo le idee di Della Valle, non hanno voluto (o potuto) riscrivere il piano e attuare cambiamenti strutturali della società a ricapitalizzazione in corso. In effetti cambiare i “connotati” a piano e società avrebbe creato problemi anche con la Consob. Che aveva già visionato il prospetto informativo.
Quindi Della Valle è rimasto indeciso fino all’ultimo giorno. Oggi, 5 luglio, termina la ricapitalizzazione di 421 milioni di euro (400 di azioni ordinarie e 21 di risparmio). E proprio in data odierna Della Valle riscatterà il suo 8,7%. Un’operazione che dovrebbe costare circa 35 milioni di euro (ovviamente inoptato escluso).
Ma, senza una revisione del piano e della struttura digirenziale, perché mister Tod’s ha deciso di continuare ad investire in Rcs? Molto probabilmente perché ha avuto delle rassicurazioni dagli altri soci. Della Valle si sarebbe sentito con Alberto Nagel, ad di Mediobanca (che dopo l’aumento avrà il 15% del capitale sociale) e Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Sia Nagel che Bazoli avrebbero rassicurato Della Valle per i progetti futuri in serbo per Rcs. In effetti l’imprenditore marchigiano era in attesa: “Aspetto che alcuni azionisti importanti mi confermino ciò che hanno già considerato positivamente”. Infatti sia Intesa che Mediobanca non hanno escluso una Rcs senza patti parasociale, con un nuovo piano e un diverso cda. “Se poi queste cose non accadranno significa che abbiamo perso tempo. E che qualcuno ha fatto il gioco delle tre carte”, ha ammonito Della Valle.
Ma i rapporti con Elkann, il presidente della Fiat, continuano ad essere molto tesi. I due non si sono sentiti. Della Valle, però, non ha risparmiato nuove critiche all’erede della famiglia Agnelli. “Comprare i diritti sul mercato era una delle cose più semplici e meno costose da fare” ha detto. Inoltre il patron della Tod’s ha avuto da ridire anche sulla telefonata intercorsa tra Elkann e il Capo dello Stato Giorgio Napolitano avente come oggetto l’acquisto dei diritti di Rcs. “Non mi è sembrato giusto. È stata una sceneggiata. Era meglio andare a Pomigliano o a Taranto se avevano tempo”.
Le tensioni tra Della Valle ed Elkann potrebbero causare non pochi problemi alla futura Rcs. Soprattutto con entrambi gli azionisti intorno al 20%. Ad esempio il presidente della Fiat è un sostenitore del piano industriale dell’ad di Rcs, Pietro Scott Jovane. Per Della Valle, invece, quel piano è “irrealizzabile e contro gli interessi del gruppo”. Infatti per il presidente della Fiorentina la politica di riduzione dell’organico non va bene. Lui non avrebbe venduto nemmeno i periodici. “Rcs ha dei problemi seri. Ma bisogna avere nuove idee e percorrere nuove strade”. Tradotto in soldoni: si preannuncia una guerra? Della Valle mette le mani avanti: “Spero che non sarà una battaglia. Meglio cinque azionisti intorno al 10% che senza patti e vincoli. Inoltre io non ricoprirò nessun ruolo. Servono manger competenti”. Anche se questa ipotesi si scontra con la volontà di Della Valle di superare il 20% con l’acquisto dei diritti di opzione. A proposito di acquisizione dei diritti, il patron della Fiorentina ha due possibilità. La prima: rilevarli durante l’asta per l’inoptato prevista per la prossima settimana (i termini saranno precisati oggi da Rcs), quando saranno banditi il 20% del diritti disponibili per cinque giorni. Oppure potrebbe attendere l’intervento del consorzio di garanzia (in cui ci sono sia Mediobanca che Intesa, quest’ultima tramite Banca Imi), che avrà a disposizione circa il 30% del nuovo capitale, e acquisire da loro l’inoptato. Ciò perché “le banche – ha affermato Della Valle – non hanno voglia di tenersi l’inoptato in casa”.
Intanto, ieri, le azioni della società che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport, si sono attestate su 1,246 euro. Un valore molto vicino al prezzo iniziale della ricapitalizzazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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