Diego Della Valle e Gilberto Benetton voteranno contro la ricapitalizzazione. I soci del patto assicurano una copertura del 50%. Intesa Sanpaolo e Fiat assorbiranno parte dell’inoptato interno al patto. Il consorzio di garanzia farà il resto. Rimane “centrale” il ruolo di Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa e presidente di Mittel.
Ma procediamo con ordine.
Un’altra lettera “critica” è arrivata al cda di Rcs, riunitosi domenica scorsa. Non è bastata la missiva presentata al consiglio del 14 aprile. Della Valle (socio fuori dal patto con l’8,7% delle quote), questa volta “accompagnato” da Benetton (5,1% fuori dall’accordo parasociale), ha ribadito il suo dissenso. «Non appoggeremo una operazione di ricapitalizzazione così strutturata», hanno dichiarato i due imprenditori.
Quindi è già noto che Della Valle e Benetton voteranno contro il piano di ricapitalizzazione alle assemblee ordinaria e straordinaria del 30 maggio, data in cui verrà ufficializzato l’aumento. Per i due soci “non pattisti” i termini dell’operazione sono a favore delle banche creditrici e poco premianti nei confronti degli azionisti stessi.
C’è da dire che i Benetton già avevano dichiarato di non voler partecipare. Della Valle, che ha anche minacciato una azione di responsabilità versi gli altri soci a causa dell’eventuale conflitto di interesse, non ha ancora ufficializzato la sua decisione.
In effetti Intesa, oltre a partecipare alla ricapitalizzazione e ad essere presente nel consorzio di garanzia tramite Banca Imi, ha un ruolo decisivo nella rinegoziazione del debito di Rcs. La banca, in credito di 300 milioni, dovrebbe riscadenzare 220 milioni dei 575 di debito totale da rimodulare con tre diverse linee di credito a medio-lungo termine. E Mittel (1,2%) è un socio pattista che parteciperà alla ricapitalizzazione.
È invece convito a partecipare all’aumento Carlo Cimbri, ad e dg di Unipol che controlla Fonsai. «L’indebitamento era troppo alto. Andava ridotto. Quello fatto era il migliore accordo possibile», ha affermato Cimbri.
Dunque tra i soci dell’accordo parasociale e il consorzio di garanzia si arriva ad oltre il 90% delle quote coperte. I primi dovrebbero assicurare circa il 50% rispetto al 58% delle quote totali. Infatti Mediobanca (13,7%), Intesa (4,9%), Fiat (10,2%), Fonsai-Unipol (5,2%), Pirelli (5,2%), Mittel (1,2%) ed Edison (1%) hanno già aderito all’aumento. E il paracadute delle banche dovrebbe assorbire un altro 41% di quote, la maggior parte delle quali “esterne” al patto. Ed è stato sottoscritto anche un accordo di pre-garanzia in tal senso. Parteciperanno al consorzio le già note Banca Imi (del gruppo Intesa), Centrobanca (che fa riferimento a Ubi, altro istituto creditore), Bnp Paribas (banca creditrice di Rcs e coordinatore del consorzio), Mediobanca (socio e creditrice del gruppo). E negli ultimi giorni pare che si siano aggiunti altri istituti: Commerzbank (seconda banca tedesca), Banca Aletti e Banca Akros, entrambe nell’orbita di Bpm, altra creditrice di Rcs). Il consorzio dovrebbe superare il limite di 166 milioni previsto le settimana scorse, arrivando a sottoscrivere nuove azioni per oltre 180 milioni.
Di recente è arrivata anche l’ufficializzazione da parte di Fiat e di Intesa di sottoscrivere una parte delle azioni inoptate (quelle dei soci che non le ricapitalizzano) interne al patto. Il Lingotto ne coprirà almeno un 2,8%. Intesa, invece, che è il maggior creditore di Rcs con una esposizione di 300 milioni, ha assicurato un investimento extra non superiore a 10 milioni (in termini di quote dovrebbero essere il 2,5%).
Dunque il ruolo di Intesa sul piano finanziario di Rcs (sia per la ricapitalizzazione che per il debito) è importante. Di conseguenza lo sarà anche quello di Giovanni Bazoli. Il quale è il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa (banca che, come detto in precedenza ha un ruolo cruciale in Rcs). Ma Bazoli è anche presidente di Mittel, altro socio pattista che parteciperà all’aumento. Per Della Valle la posizione di Bazoli sarebbe suscettibile di conflitto di interessi. Il presidente della Fiorentina ha anche “invitato” Bazoli a lasciare la sua partecipazione in Rcs. Ma, a quanto pare, nell’immediato non dovrebbero esserci dimissioni.
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