È scontro tra Rcs e i sindacati dei dieci periodici che rischiano la chiusura. La società propone la cassa integrazione a zero ore come preludio alla cessazione delle attività. I cdr replicano a muso duro: «Sarebbe una gravissima violazione degli accordi relativi allo stato di crisi. La società aveva assicurato un piano di riorganizzazione alternativo alla cessione e la rinuncia ad azioni unilaterali». Da domani riprenderanno le trattative. Ma, vada come vada, non sarà facile trovare un accordo tra società e lavoratori.
Un primo incontro (o meglio scontro con i sindacati), a dire il vero, è già avvenuto. Rcs, infatti, dopo l’annuncio perentorio dell’aut-aut (vendita o cessione), ha proposto ai cdr dei periodici una cassa integrazione a zero ore per i dipendenti coinvolti. Ma i sindacati non ci stanno indipendentemente dalla perentorietà delle decisioni prese dai vertici della società. E i cdr sono pronti a diffidare l’azienda.
«Una chiusura dei periodici sarebbe una gravissima e concreta violazione degli accordi sottoscritti in sede aziendale, nazionale e ministeriale relativi allo stato di crisi ancora in corso», ha precisato il sindacato. In effetti, già nei mesi scorsi, i cdr hanno ricordato che nel 2012 Rcs ha stipulato degli accordi relativi allo stato di crisi. La società aveva assicurato un piano di riorganizzazione alternativo alla cessione e la rinuncia ad azioni unilaterali. Quindi, secondo i rappresentanti dei lavoratori: la chiusura rischierebbe di essere antisindacale e potrebbe anche essere impugnata dai giornalisti. Inoltre, è stato fatto notare: «chiudendo i periodici si impoverirebbe l’azienda e si brucerebbe una parte della ricapitalizzazione». Per i sindacati interni: una cessione ben fatta farebbe guadagnare a Rcs decine di milioni di euro.
C’è da ricordare, poi, che qualche mese fa, in particolare nelle prime settimane di marzo, il presidente di Rcs, Angelo Provasoli si era mostrato oltremodo ottimista riguardo alla vendita in blocco delle dieci testate. «Le offerte sono tantissime. Presto faremo il punto della situazione», aveva assicurato Provasoli. Con il senno di poi il “punto” finale è stato messo proprio ai periodici. A questo punto bisogna vedere se i prossimi incontri tra società e sindacati saranno in qualche modo risolutivi. Oppure se si arriverà allo scontro finale. Con quali conseguenze, questo è tutto da vedere.
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