Lo scorso aprile il consiglio di amministrazione di Rcs Mediagroup lo aveva già detto e venerdì scorso lo ha ribadito all’unanimità: l’offerta pubblica di scambio della Cairo Communication sulla società è stata respinta al mittente, “il corrispettivo dell’Ops non è congruo per i possessori di azioni Rcs”. Alla fine, dunque, il prezzo offerto è troppo basso.
Il consiglio di Rcs ha fatto sapere che i risparmi previsti dal piano di Urbano Cairo, circa 140 milioni, non sarebbero poi così superiori a quanto già previsto. In una nota diffusa dal cda, infat, si legge che “considerando i sopracitati oneri non ricorrenti 2015 del Gruppo Rcs e le efficienze già previste nel piano industriale Rcs per il 2018 pari a euro 60 milioni, il beneficio aggiuntivo previsto da Cairo Communication si ridurrebbe pertanto a 25 milioni di euro”. Inoltre il prospetto dell’editore di La7 prevede “un orizzonte temporale di un anno più lungo rispetto all’orizzonte del piano industriale Rcs (2019 vs. 2018), nonché con una base costi complessiva riferita al più ampio perimetro del Gruppo Cairo Communication Post-Offerta”.
Ma le critiche del cda di via Soleferino non finiscono qui. Secondo il consiglio non sarebbero state rilasciate indicazioni quantitative al mercato sugli obiettivi economico-finanziari del gruppo Cairo Communication. Ma soprattutto non sarebbero stati individuati “elementi di discontinuità significativi rispetto al piano industriale Rcs”. Addirittura, secondo il board di Rizzoli Corriere della Sera, tra le opportunità di crescita individuate dal piano del presidente del Torino, alcune “risultano enunciate nel documento di offerta esattamente come da piano industriale Rcs”.
In particolare “nel settore dei digital media la presenza di Cairo Communication allo stato non risulta significativa”. Tra i punti indicati da Cairo c’è la volontà di differenziare l’offerta allargandosi anche ad attività non editoriali, ad esempio eventi sportivi. Anche quest’idea sarebbe già inserita nel piano attuale della casa editrice del Corriere della Sera.
Le possibili sinergie, hanno fatto ancora sapere dal consiglio di amministrazione, “attivabili tra il business italiano e quello spagnolo” (Rcs è anche editore di Marca e di altre testate in terra iberica) non verrebbero menzionate in alcun modo nell’offerta di Cairo. Proprio questo, invece, è uno dei punti su cui sembra puntare la società. L’ultima critica mossa dal cda riguarda il target di riferimento: è vero che Cairo “ha un’importante presenza ed expertise” nell’editoria, ma le tipologie di prodotto sviluppate “si differenziano sensibilmente per contenuti e target di pubblico rispetto a quelli di Rcs”.
La bocciatura dell’offerta di Cairo, prevedibile sulla base delle opinioni raccolte in questi mesi, è giunta insieme a un’altra notizia: la Consob ha giudicato positivamente all’offerta che concorre con quella di Cairo per la leadership di Rizzoli Corriere della Sera: il 20 giugno partirà l’offerta pubblica di acquisto di Andrea Bonomi. L’imprenditore si avvale del supporto di quattro grandi soci del gruppo del Corriere della Sera, Diego Della Valle, Mediobanca, Pirelli e UnipolSai, riuniti nella nuova compagine International Media Holding. Ora la parola passa a Piazza Affari, con una settimana di scarto: oggi parte l’Ops di Cairo, in calendario fino all’8 luglio, mentre l’Opa di Bonomi e soci storici durerà dal 20 giugno fino al 15 luglio.
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