Conti in “rosso” per Rcs Mediagroup. Nel primo trimestre del 2013 la società di via Rizzoli ha perso 107 milioni di euro. E i ricavi consolidati sono scesi del -16,8%. Crolla anche la pubblicità al -23,9% in generale e al -24,4% per i quotidiani nazionali. Male anche le vendite: -11,7% per il gruppo e -16,6% in Italia. A fronte di tutto questo l’indebitamento sale a 902 milioni. Bene, invece, i ricavi del settore digitale che arrivano al 12% di quelli totali (in Italia si arriva al 26%). Con la pubblicità online balzata al 22,8% rispetto a quella totale.
Ma procediamo con ordine.
Ci sono dei conti in “rosso” per Rcs, la società che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport. Ieri il cda ha redatto e approvato (anche se la ratifica finale spetta alla assemblea dei soci) il bilancio relativo ai primi tre mesi del 2013. Il risultato è stata una perdita di 107 milioni, rispetto ai 27 persi nel primo trimestre del 2012. Addirittura si tratta di una cifra sensibilmente superiore ai 78 milioni preventivati nel cda del 28 marzo scorso.
I ricavi consolidati sono passati da 343 a 285 milioni, mostrando una flessione del 16,8% rispetto allo stesso periodo del 2012.
La raccolta pubblicitaria ha mostrato il dato più preoccupante, passando da 142 a 108 milioni (-23,9%). In particolare in Italia l’area quotidiani di Rcs ha visto un crollo della raccolta del 24,4%.
Vanno un po’ meno male i ricavi diffusionali. I quali hanno perso “solo” 19 milioni scendendo da 176 a 155 (-11,7%). Ora, se si considera la sola situazione in Italia i ricavi per vendite e abbonamenti sono calati del 16,4% con 113,4 milioni di ricavi.
Il mantenimento delle vendite nella Penisola è dovuto principalmente al Corriere della sera e alla Gazzetta dello Sport. Anche se, a fronte di ciò, pure il quotidiano di via Solferino, il più diffuso d’Italia, ha accusato un calo dello 0,6%. Infatti i conti trimestrali del Corsera evidenziano un “rosso” di circa 1 milione.
Unico dato positivo: la raccolta relativa alla attività digitale. I ricavi online solo saliti a 34 milioni, quotandosi al 12% di quelli totali. In particolare in Italia i proventi on-line dell’area quotidiani hanno raggiunto il 26,2% di quelli totali. E la raccolta della pubblicità il 22,8% dei guadagni da sponsor.
Non è incoraggiante l’indebitamento finanziario netto. Il quale è aumentato da 850 a 902 milioni. Anche se hanno influito fattori “contingenti” come la stagionalità e gli oneri non ricorrenti.
L’Ebitda (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization, ovvero l’indice che rappresenta l’utile o la perdita al netto degli oneri non ricorrenti e prima degli interessi passivi, delle imposte e degli ammortamenti su beni materiali e immateriali) del gruppo si è attestato su una perdita di 39,5 milioni. Mentre quello dell’area quotidiani in Italia a -1,5 milioni.
Tuttavia vanno fatte delle precisazioni. Sui conti del trimestre hanno influito gli oneri straordinari, soprattutto quelli legati ai processi di ristrutturazione e di efficientamento. Ovvero si tratta di operazioni “contabili” fatte dagli amministratori che non sono necessariamente legate all’andamento dell’azienda.
In base a ciò i conti per la fine del 2013 sono previsti in ripresa rispetto a quelli dei primi tre mesi dell’anno. Ma comunque è attesa una «significativa perdita» ad una cifra.