“Rassegne stampa? E’ giusto che le aziende che se ne occupano riconoscano qualcosa agli editori”. Parola di Mario Salani, presidente di Mediacoop, l’associazione delle cooperative giornalistiche, editoriali e della comunicazione.
“Le imprese che aderiscono alla nostra associazione – spiega Salani – ritengono, infatti, che sarebbe bene riconoscere un quid alle società che editano giornali. E che forse la scelta migliore sarebbe quella di accordarsi direttamente con loro, anche se un’opzione del genere nasconde non poche difficoltà di ordine pratico”.
Sull’argomento, com’è noto, sono state fatte varie ipotesi. Sia da parte della Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali, che spinge affinché il Parlamento approvi una legge che preveda la corresponsione di un compenso agli autori ed agli editori di articoli di giornali utilizzati per la realizzazione di rassegne stampa, sia da parte di Assorassegne, l’associazione nazionale che tutela gli interessi e dà voce alle aziende di un settore che complessivamente occupa circa 600 dipendenti in tutta Italia per un giro totale di affari pari a quasi 40 milioni di euro, che sul capitolo invoca, da tempo, l’istituzione di un tavolo di confronto con la presenza di un garante pubblico.
“Come Mediacoop – ammette Salani – giova ricordare che non siamo un ente economico e che pertanto non possiamo fungere da collettore tra le nostre cooperative e le aziende che si occupano di rassegna stampa. La soluzione che propongono i nostri associati è quella che prevede un accordo diretto con gli editori”. Più facile a dirsi che farsi, però. Perché “se a livello nazionale il problema si risolve rapidamente in quanto abbiamo poche testate iscritte”, a livello regionale “il numero delle cooperative aderenti a Mediacoop è molto più elevato: parliamo di qualche centinaia di testate locali”. E qui il problema della “contrattazione diretta” si complica non poco. “Una cosa è certa – precisa Salani – a prescindere da quanto si vuole mettere sul piatto, sia da parte di Assorassegne, sia da parte della Fieg, il riconoscimento deve esserci e non può essere insignificante. Si tratta, pertanto, di definire delle quantità significative da corrispondere agli editori al di sotto delle quali occorrerà trovare soluzioni e opzioni diverse. Si potrà pensare, ad esempio, a rimborsi definiti quando e se si raggiungono determinati livelli, oppure vedere in che modo si comportano le aziende che fanno rassegna stampa nel momento in cui si vedono costrette a corrispondere quella determinata cifra”. Insomma: “la partita è aperta, ma noi di Mediacoop non possiamo fungere in alcun modo da collettore tra le due realtà”.
E le proposte della Fieg? “Ogni associazione gestisce con autonomia le sue strategie. Nulla contro la Federazione degli Editori che, lo riconosciamo, rappresenta pur sempre la fascia più significativa del comparto editoriale. E’ anche vero però che al tavolo con Assorassegne e Fieg sedavamo anche noi e che, nonostante la forza, in termini di rappresentatività, mostrata dalla Fieg, quello stesso tavolo ha incontrato non poche difficoltà a progredire”.
Nonostante ciò la Federazione ha deciso lo stesso di battere i pugni in segno di protesta contro la decisione della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati di bocciare le norme relative alle rassegne stampa già approvate dal Senato. “Faccia pure – replica Salani – è una scelta strategica legittima che Mediacoop (che comunque mette assieme circa 500 testate), rispetta poiché, sotto il profilo di trattativa, è irrilevante rispetto a quello che gestisce la Fieg. Ma se non si costruisce al più presto un sistema che sia in grado di dialogare tra le testate e il comparto delle rassegne stampa non si andrà da nessuna parte”.
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