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Rapporto annuale dell’Autorità Privacy. Soro: “C’è poca democrazia sul web”

 

L’Autorità Garante per la Privacy ha presentato a palazzo Madama il rapporto annuale, tracciando il bilancio del lavoro svolto e le prospettive di azione verso cui occorre muoversi per un’efficace protezione dei dati, mettendo però in risalto una pessima situazione, aggravata dai giganti di Internet che “tendono ad occupare in modo sempre più esclusivo ogni spazio di intermediazione tra produttori e consumatori, assumendo un potere che si traduce anche in un enorme potere politico. Un potere sottrato a qualunque regola democratica”, come ha detto il garante per la Privacy Antonello Soro.

Protezione dei dati personali. “Confidiamo che governo e Parlamento vogliano condividere e sostenere il nostro impegno in questa direzione. Una grande democrazia, nel tempo della società digitale, ha il dovere di investire con coraggio in protezione dei dati personali, per difendere i diritti dei cittadini e, insieme, la sicurezza dello Stato. C’è bisogno di una buona trasparenza – ha spiegato Soro – che non comprima sbrigativamente i diritti fondamentali nel segno di una facile demagogia”, putando il dito anche sulla “scarsa risolutezza manifestata dai Governi nell’approvazione del nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati, occasione perduta per dotarsi di un solido quadro legislativo capace di rappresentare un ineludibile punto di riferimento globale”. “Auspichiamo con forza – prosegue – che l’imminente presidenza italiana del Consiglio dell’Unione possa essere l’occasione per ridare impulso al progetto”. La colpa, però, è anche degli internauti: “Siamo perennemente connessi e siamo disposti, spesso inconsapevolmente, a consegnare informazioni in cambio di vantaggi o comodità. Quasi attoniti davanti alla ‘grande fiera delle meraviglie’ dei prodotti digitali. Ogni gesto quotidiano lascia tracce digitali che nessuno potrà far scomparire. Anche la relazione tra potere e persona – ha spiegato – si basa sempre più su una raccolta incessante di dati, di qualsiasi informazione riguardi l’individuo e le sue relazioni, sulla funzione demiurgica dell’algoritmo”.

Criminalità online. “Maturano in rete nuove forme di criminalità, dal furto di identità fino alla più organizzata criminalità cibernetica. È un’emorragia stimata in 500 miliardi di dollari l’anno tra identità violate, segreti aziendali razziati, portali messi fuori uso e moneta virtuale sottratta”.

Le attività svolte. Nel 2013, l’Autorità ha sanzionato per un milione di euro Google per il servizio Street View e ha intrapreso un’azione, in coordinamento con le altre Autorità europee, sempre nei confronti del colosso di Mountain View per le nuove regole privacy adottate. È intervenuto per garantire maggiore trasparenza agli utenti dei servizi di messaggistica, anche vocale e ha dettato regole per proteggere la privacy su smartphone e tablet. Di recente ha definito un modello di consenso per l’uso dei cookie da parte degli utenti. È stato inoltre ulteriormente rafforzato il diritto delle persone interessate a vedere aggiornati gli archivi giornalistici on line.

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