Mentre il premier Berlusconi era impegnato a Bruxelles per la riunione del Consiglio europeo che si concluderà oggi e annunciava che l’Italia si doterà presto di norme che consentiranno alle imprese italiane di difendersi contro le scalate ostili (”passivity rule”), a Roma perdeva quota l’ipotesi di accordo bipartisan sull’elezione del presidente della Commissione di Vigilanza della Rai e del giudice mancante al plenum della Consulta. Le trattative tra Pdl e opposizioni, che sembravano vicine a uno scambio sui nomi di Leoluca Orlando e Gaetano Pecorella (il primo alla Vigilanza, il secondo alla Consulta), si sono bruscamente interrotte nel pomeriggio. A comunicarlo sono stati Antonello Soro e Anna Finocchiaro, rispettivamente presidenti dei gruppi del Pd alla Camera e al Senato. La motivazione è senza appello: “L’avvio dell’iter di autorizzazione a procedere nei confronti di un giudice costituzionale, per la prima volta nella storia della Repubblica, costituisce un impedimento istituzionale obiettivo”.
Il riferimento dei due parlamentari del Pd è al fascicolo aperto dalla Procura di Brescia in cui Pecorella risulta indagato per “favoreggiamento” di Delfo Zorzi, accusato di aver venduto il materiale esplosivo usato nella strage di piazza della Loggia a Brescia nel 1974. L’accusa nei confronti di Pecorella, ex presidente della commissione Giustizia della Camera, è quella di aver consegnato una somma di denaro al pentito Martino Siciliano per fargli ritrattare i riferimenti a Zorzi.
Se Pecorella fosse rinviato a giudizio dopo essere stato eletto alla Consulta (il reato di cui accusato cadrebbe in prescrizione solo a fine 2009), si aprirebbe in effetti uno scenario istituzionale inedito. Ma le obiezioni di opportunità sul nome di Pecorella non convincono il Pdl. Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, presidenti dei gruppi del partito alla Camera e al Senato, annunciano infatti che oggi i parlamentari del Pdl voteranno il nome di Pecorella nel corso della votazione prevista a Montecitorio. Stessa posizione è stata presa dalla Lega.
L’affondamento della candidatura di Pecorella per la Consulta, fa affondare anche quella di Orlando alla presidenza della Vigilanza. Lo sblocco della situazione, infatti, si può a questo punto raggiungere solo se le opposizioni rinunciano alla candidatura dell’esponente dell’Idv e offrono al Pdl una rosa di nomi per la presidenza della Commissione di garanzia sulla Rai. Di questo si discuterà in un incontro tra i vertici di Pd e Idv previsto in giornata. Di “necessaria verifica” con Antonio Di Pietro parla Anna Finocchiaro, colei che si è battuta con più vigore per convincere il Pd a non sostenere la candidatura di Pecorella. Ma il leader dell’Idv non sembra disposto a ritirare il nome di Orlando per favorire il disgelo tra maggioranza e opposizione.
Dietro le quinte di una situazione che conferma il muro contro muro tra maggioranza e opposizione, iniziano a circolare i nomi di nuove candidature. Pdl e Lega potrebbero alla fine optare per la candidatura di Donato Bruno, deputato del partito del premier Berlusconi, per la Consulta. Per quanto riguarda invece la Vigilanza, rispuntano i nomi di Giuseppe Giulietti (Idv), Giovanna Melandri (Pd), Gianpiero D’Alia (Udc).
I parlamentari radicali che occupano da più di una settimana la sede della Commissione di Vigilanza dichiarano intanto in una nota la loro piena disponibilità a votare Orlando e Pecorella. Ma è probabile che quando la Commissione si riunirà oggi per il voto di rito sul nome del presidente manchi il quorum per la non presenza dei parlamentari del Pdl.
Da oggi scattano comunque le decisioni assunte da Renato Schifani e Gianfranco Fini. I presidenti di Senato e Camera hanno deciso di convocare a “oltranza” Parlamento e Commissione di Vigilanza. Oggi sono previsti tre scrutini per l’elezione del giudice mancante alla Consulta e altri tre scrutini nella Commissione di Vigilanza. Stesse modalità di votazione sono previste per domani.
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