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Stipendi Rai, le eccezioni del Cda di Viale Mazzini al tetto dei 240.000 euro

Il Cda Rai ha approvato all’unanimità il regolamento sulle retribuzioni dei dirigenti. Rispettato il tetto dei 240.000 euro, previsto dalla riforma dell’editoria, ma con riserva.  Viene prevista, infatti, per alcune figure la possibilità di andare oltre in modo variabile e per tempo determinato. Difende la flessibilità della misura la presidente Monica Maggioni: “Con il regolamento sugli stipendi la Rai stabilisce che c’è un modo per applicare il limite garantendo il futuro dell’azienda. Dire che non si possa mai avere un manager con stipendio sopra i 240.000 euro è pericoloso”. Quali sono le figure per cui sarebbe possibile derogare alla normativa? Si parla di Cfo, Cto e dirigenti di comparti come la pubblicità, il cinema,  le risorse umane, la comunicazione e gli affari legali. Si tratta, secondo i vertici Rai, di dieci posizioni apicali che necessitano di una indennità di funzione. Viale Mazzini si attribuisce ancora più discrezionalità per quanto riguarda gli aumenti relativi alle figure editoriali. In questo caso il documento di autoregolamentazione prevede che è la Rai a decidere le condizioni di mercato.  Di quanto potrà essere superato il tetto? Non più di 50.000 euro, a detta del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Gli extra non si applicano alle cariche attualmente rappresentate dalla Maggioni e da Dall’Orto, i quali assicurano che per i loro stipendi ci si atterrà al tetto dei 240.000.  Non sono tardati ad arrivare i pareri contrari alla mossa di Viale Mazzini. Il senatore Pd Salvatore Margiotta, membro della Commissione di Vigilanza, ha precisato che il Cda Rai non può sostituirsi alle Camere nell’applicazione della legge.  L’autoregolamentazione prevista dalla Rai è una risposta ai rilievi mossi dall’Anac nei giorni scorsi. L’Autorità presieduta da Raffaele Cantone ha espresso dubbi sul reclutamento di figure dirigenziali esterne in posizioni di rilievo.

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