Verso una composizione il caso Orfeo in Rai, rimosso dalla direzione sull’approfondimento giornalistico ora andrà al Tg3. Fuortes cambia pedine e coinvolge anche Antonio Di Bella, che sostituirà proprio Orfeo all’approfondimento e lascierà il Day Time a Simona Sala, attualmente responsabile della terza rete. Un giro di valzer che ha fatto arricciare il naso all’Usigrai mentre dalla politica le voci che richiedono chiarezza su quanto accaduto non accennano a scemare.
La proposta, che non è ufficiale, dovrebbe essere discussa al prossimo consiglio d’amministrazione in Rai. Il vero nodo dell’intera vicenda, almeno sul profilo industriale, è legato ai palinsesti. La cui presentazione sarebbe da avvenire da qui a poche settimane. Il caos nello specifico è sulla questione dei talk show, dopo le polemiche che hanno avvolto Cartabianca di Bianca Berlinguer, avvampate con la partecipazione di Alessandro Orsini le cui opinioni sul conflitto in Ucraina hanno aperto un dibattito serratissimo nel Paese. Inoltre un altro fronte di dibattito è stato innescato dall’idea di offrire una striscia informativa all’ex direttore de L’Espresso Marco Damilano.
La scelta di Fuortes che, dopo aver troncato il rapporto con Orfeo di ritorno al Tg3 adesso sta studiando una strategia per comporre la situazione, non ha incontrato il plauso del sindacato dei giornalisti Rai. L’Usigrai ha duramente criticato la scelta dell’ad Fuortes. “Ancora una volta la Rai è sulle pagine dei giornali per una valzer di nomine che non ha alcun apparente motivo editoriale né industriale. Ancora una volta tutto sembra ruotare intorno a equilibri, o equilibrismi, politici che non hanno come priorità lo sviluppo della Rai servizio pubblico. Tutto questo rende ancora una volta evidente che solo una riforma della governance dell’azienda può restituire autonomia e indipendenza al servizio pubblico radiotelevisivo”. Quindi Usigrai ha chiuso: “In Parlamento i lavori per un testo di legge sono già in corso, ma arenati: i partiti utilizzino questo scorcio di legislatura per approvarlo, se veramente vogliono occuparsi della Rai e non della sua occupazione”.