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RAI, STRAORDINARI “FANTASMA”. GUBITOSI: «NO BADGE NO PAGA». USIGRAI: «È SCORRETTO. RESPINGIAMO IL PROVVEDIMENTO»

Turni “fantasma” in casa Rai. Alcuni giornalisti eluderebbero il transito certificato. Luigi Gubitosi, dg del servizio pubblico, vuole vederci chiaro: «Tutti i dipendenti devono usare il badge; altrimenti la loro presenza non sarà valida ai fini delle maggiorazioni». Protesta l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai: «Respingiamo il provvedimento. Chiediamo un confronto urgente con l’Azienda». La vicenda è stata sottolineata dal quotidiano Libero.
C’è chi dice che la Rai è il microcosmo dell’intera Italia. Quindi c’è chi lavora molto e bene e chi fa il furbo. E tra questi ultimi non mancano i giornalisti. Stando a quanto riportato dal giornale diretto da Maurizio Belpietro a Viale Mazzini ci sarebbero delle «presenza segnate senza alcun controllo». Soprattutto di notte, quando lo straordinario fa la differenza: 16 turni notturni frutterebbero un bonus di oltre 1000 euro al mese. Funzionerebbe cosi: ci si organizza con dei turni di lavoro notturni. I quali però non verrebbero mai realizzati.
Bisogna dire che per controllare la presenza in ufficio c’è il classico tornello con il badge: si passa la tessera e il sistema elettronico segnala l’effettiva entrata del dipendente in servizio.
Ma eludere tale procedura sarebbe semplice: si entra direttamente dal parcheggio. E tale scappatoia non rappresenta neanche una violazione delle regole. Infatti in Rai non c’è l’obbligo di usare la tessera elettronica. E qualche dipendente userebbe questa “libertà” in modo non corretto.
Tale accusa ai giornalisti Rai non è da poco. Ma è bene, talora l’ipotesi dei turni “fantasma” in Rai fosse vera, non gettare fango sull’intera categoria dei giornalisti della tv pubblica (i quali ammontano a circa 1600).
Sta di fatto che, per sfatare ogni dubbio, si sta muovendo anche il direttore generale, Luigi Gubitosi. E ciò significa che qualche “furbetto” potrebbe esserci stato. Il dg ha infatti, tramite la Direzione Risorse Umane e Organizzazione, ha inviato una circolare a tutte le redazioni. E il messaggio è questo: i dipendenti devono usare il badge; altrimenti la loro presenza non sarà valida ai fini delle maggiorazioni (termine usato per qualificare gli aumenti in busta paga dovuti a turni speciali).
«In relazione all’obbligo inderogabile, fissato ai fini della rilevazione delle presenze e per esigenza di sicurezza, tutto il personale deve usare il budge per ogni transito in entrate e uscita. In assenza di timbrature non sarà possibile procedere alla liquidazione delle maggiorazioni». Lo si legge nella circolare interna.
In fin dei conti la Direzione ha sottolineato una regola di semplice organizzazione aziendale. Nulla di particolarmente gravoso.
Ma per l’Usigrai c’è qualcosa di più. Al sindacato dei giornalisti Rai non è piaciuta la raccomandazione di Gubitosi. Ma l’argomentazione dei rappresentanti dei lavoratori si limita a criticare la procedura del provvedimento, piuttosto che entrare nel merito. «Si tratta di un metodo in contrasto con la corretta relazione sindacale. I provvedimenti che impattano sull’organizzazione del lavoro giornalistico devono essere oggetto di confronti preventivo con il sindacato. Quindi siamo costretti a respingere il provvedimento e a chiedere un confronto urgente con l’Azienda». In soldoni l’Usigrai sembra criticare la decisione “autarchica” della dirigenza Rai. La quale avrebbe scavalcato un confronto con il sindacato. Ma per uno scambio di opinioni non è mai troppo tardi. E il dg Gubitosi non sembra il tipo da negare tavoli di trattativa.

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