Giorni decisivi per il futuro della Rai: il presidente è (ancora) appeso a un filo. Quello che manca al centrodestra per esprimere il voto dei due terzi in commissione vigilanza Rai che garantirebbe l’elezione. Ma pure quel filo di pazienza che ormai appare perduto in casa “campo largo” con il centrosinistra e il M5s pronti a salire sull’Aventino delegittimando, così, le nomine. Tuttavia i giochi restano aperti. Appeso a un filo, appunto, quello del calendario: entro il 26 settembre, quindi entro la prossima settimana, si dovrà sciogliere il nodo Rai. Altrimenti saranno problemi e saranno insormontabili.
Se il centrodestra non trova la quadra, infatti, nulla vieta di dichiarare aperta ufficialmente una fase di crisi che potrebbe portare (almeno) a un rimpasto nel governo Meloni. Però, c’è un però. La posizione di Giuseppe Conte, nel M5s, potrebbe rappresentare un varco per garantire quantomeno la base per l’elezione di un presidente di garanzia. Giuseppe Conte ha aperto a un’ipotesi del genere. Ma non è detto che non si tratti di un bluff o, comunque, di una prova di costruttività utile soltanto a meglio attaccare l’avversario accusandolo di non aver accolto la mano tesa.
Intanto incombe il dibattito sulla governance e il futuro della Rai. Da quando è all’opposizione, il centrosinistra ha riscoperto il valore di un servizio pubblico sganciato dalla politica. E si batte, strenuamente, perché le nomine siano sottratte al gioco parlamentare e politico. Cosa che, a destra, è vista come una beffa dal momento che uno dei punti cardine della retorica politica dei partiti oggi al governo s’è concretizzata nell’opposizione al “pensiero unico” veicolato dai media ritenuti vicini alle posizioni degli avversari.
Un altro elemento utile nel risiko da valutare riguarda la posizione di Maria Stella Gelmini. Consigliere in commissione vigilanza Rai, ha fatto marameo a Calenda e se n’è andata (con Carfagna, Costa e Versace tra gli altri) via da Azione. Per ora, Gelmini s’è accasata con Noi Moderati dal momento che sul ritorno in Forza Italia di lei (e Carfagna) ci sarebbe il veto di Tajani e, sicuramente, c’è quello di Ronzulli.
Insomma, il rompicapo è servito. E non sarà di facile soluzione. Per la Meloni questo appare l’ultimo fine settimana utile a risolverlo. Altrimenti il rischio è che, appresso alla Rai, si apra ufficialmente una crisi di governo.
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