I temi del pluralismo nel sistema radiotelevisivo e del conflitto di interesse sono al centro della mozione presentata da alcuni esponenti dell’opposizione alla Camera dei Deputati, sulla scia di quella annunciata dal gruppo di Futuro e Libertà. Come ha spiegato Roberto Zaccaria del Pd, che ha redatto il testo, l’iniziativa “vuole abbinarsi a quella di Fli, ponendosi come una cornice perché richiama il governo al rispetto delle regole esistenti a livello europeo, che vengono richiamate nel documento”. Non ci sarà, invece, una mozione autonoma dell’Idv, come sembrava in primo momento, e il gruppo fa sapere che “appoggia sia la mozione di Fli, che è importante perché dimostra nella maggioranza si è aperta una crepa, sia soprattutto questa dell’opposizione”. La mozione, a prima firma di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, e sottoscritta da una decina di deputati di Pd, Idv, Udc e Gruppo Misto, impegna il governo “a dare seguito effettivo alle indicazioni provenienti dalle organizzazioni internazionali in tema di pluralismo, concentrazioni e conflitto di interessi; ad allineare più scrupolosamente la normativa nazionale ai principi delle direttive di settore ed in particolare a quella del 2007; a garantire l’indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo e ad astenersi da ogni interferenza con l’indipendenza editoriale e l’autonomia istituzionale delle emittenti pubbliche, secondo le indicazioni dell’assemblea parlamentare del Consiglio di Europa; a rimuovere la clamorosa incompatibilità in cui versa il presidente del Consiglio per effetto dell’interim del Ministero per lo sviluppo economico”. “La mozione è aperta a tutti, puntiamo a raggiungere la maggioranza – ha spiegato Giulietti in una conferenza stampa alla Camera – So che Fli punta a calendarizzare la mozione entro ottobre, per quanto ci riguarda, prima se ne discute meglio è. Non è una mozione né con Fini, né contro di Fini. Ci fa piacere che un gruppo di destra, anche se in ritardo, si accorga che il sistema è malato. La nostra mozione non riguarda solo la Rai. Il tema del conflitto di interesse è più ampio. Sky è stata bastonata perché fa concorrenza. Metà del Paese viene costantemente oscurato. Riguardo al direttore generale della Rai, devo dire Mauro Masi ha dimostrato una totale inadeguatezza e mi chiedo se non sia il caso di pensare al suo commissariamento”. “Le mozioni sulla Rai non sono frequenti in Aula, perché molte competenze sono affidate alla Commissione di Vigilanza e non al governo – ha aggiunto Zaccaria -. L’esecutivo però oltre a dover fare alcune cose in modo corretto, deve soprattutto astenersi da alcuni comportamenti soprattutto in fase di interim del ministero dello Sviluppo economico, che ha determinato una sorta di interventismo codificato”. “I temi sono la mancanza di credibilità del Tg1, la distorsione del mercato pubblicitario televisivo provocata dal canone ed un conflitto di interessi ormai generalizzato – ha detto l’altro firmatario Bruno Tabacci dell’Udc – C’é una forte caduta di professionalità nel mondo dell’informazione. Questo pilastro della democrazia, ammanettato com’é, non riesce più a svolgere il suo dovere”. “E’ una situazione grave sia dal punto di vista del pluralismo che per quanto riguarda l’assetto complessivo del sistema in materia di concorrenza”, ha aggiunto Marco Beltrandi dei Radicali. In conferenza stampa, il senatore del Pd, Vincenzo Vita, ha annunciato un’iniziativa analoga in Senato, rendendo noto che conterrà anche un riferimento alla libertà su Internet, contro “la risoluzione approvata ieri dal Parlamento europeo che prevede addirittura il carcere per chi viola il diritto d’autore sul web”. Presente anche il direttore di Rainews, Corradino Mineo, che si è detto “preoccupato dai discorsi sul pluralismo”. “Se questo significa arrivare ad una camicia di forza per i giornalisti, potremmo non lavorare più – ha spiegato -. Se ogni volta ci deve essere un’altra voce è finita. Il contraddittorio lo deve fare il giornalista”.(ANSA).
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