“La Rai e’ di fronte ad un bivio: o diventa il megafono di una cultura e di uno stile che non appartengono al servizio pubblico, oppure inverte la rotta spezzando quella catena di insulti, trivialita’ e spazzatura che da troppo tempo caratterizza parte della programmazione dell’azienda”.
Lo afferma – in una nota – Giorgio Merlo, esponente del Pd, per il quale “e’ in gioco, al di la’ di tante chiacchiere, il canone che viene pagato dai cittadini. Un servizio pubblico non puo’ essere gestito e condotto da personaggi che hanno contratti sontuosi e poi si comportano come se lo stesso servizio pubblico fosse un terreno dove si e’ padroni assoluti senza alcun rispetto delle regole che disciplinano la Rai. Nella Rai – prosegue – non lavora alcun ‘martire della liberta”. Gli unici che il nostro paese conosce sono quelli che hanno conquistato la liberta’, quella vera, pero’, attraverso la lotta di liberazione nel 1943-1945. Si tratta, ora, di far rispettare definitivamente le regole a tutti.
Compresi quelli che continuano ad avere una concezione sostanzialmente proprietaria del servizio pubblico. Il vertice dell’azienda – conclude Merlo – e’ ora che batta un colpo e non solo per chiedere scusa dopo le ormai solite e collaudate esternazioni”. (Italpress)