Il quotidiano La Repubblica pubblica un’inchiesta dal tiolo “L’alleanza segreta tra Rai e Mediaset” che denuncia accordi sottobanco tra dirigenti delle due tv. La Direzione Generale della Rai ha così aperto un’indagine interna.Alla Direzione Affari Legali della tv di Stato è arrivato l’ok perché “l’Azienda si costituisca parte lesa al fine di poter intraprendere tutte le eventuali necessarie iniziative a tutela della Rai”. Molto dure le reazioni da rai e Mediaset come anche quelle del mondo politico. “Bisogna tutelare la Rai: questo è il primo dovere di tutti coloro che hanno le maggiori responsabilità. Ma nessuno può tutelare l’azienda meglio dell’azienda stessa che non è un’entità astratta ma che è fatta di tante persone. Voi tutti lo fate per l’azienda ma anche in nome di un servizio pubblico così importante per la vita civile di questo Paese. La Rai di oggi non è ancora quella che dovrà diventare domani ma non è neanche quella di ieri. Non ci sono più zone d’ombra impenetrabili. Qui tutti sanno tutto. La nave imbarca acqua a tal punto da rischiare il naufragio; se non si interviene, se si lasciano andare così le cose, il peggio è sicuro, e a scadenza non lontana”. Claudio Petruccioli, presidente del Cda della Rai“Siamo alle stupidaggini: che Rai e Mediaset si facciano concorrenza è sotto gli occhi di tutti 72 ore al giorno. Detto questo, è evidente che, come accade nei giornali, i direttori si chiamino, si consultino. Dopodiché qualsiasi strumentalizzazione è possibile. I nostri legali stanno predisponendo le querele. Far sembrare che ci siano intese e accordi tra i dirigenti delle due aziende basandosi sui contenuti delle intercettazioni mi sembra una cosa ridicola. Quando ci sono notizie come la morte del Papa o le elezioni amministrative è normale che ci sia una consultazione. Penso che i De Bortoli, i Mauro (direttori de Il Sole 24 Ore e de La Repubblic, ndr) si sentano ogni qualvolta ce ne sia bisogno. Mi sembra tanto rumore per nulla”. Gina Nieri, consigliere di amministrazione Mediaset“Non spetta a me giudicare i comportamenti dei singoli, tanto meno sulla base di intercettazioni. Tuttavia una cosa è certa: all’ombra del duopolio affiora un clima collusivo che non mi pare edificante per il servizio pubblico e per la sua autonomia”. Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni.