Rai, di tutto di più quando: non ci sarebbe spazio nei nuovi palinsesti, per le polemiche politiche e dunque “sparisce” il programma di Serena Bortone. E le opposizioni prendono la palla al balzo per tacciare il governo di “bavaglio” nei confronti della giornalista finita al centro del caso Scurati il 25 Aprile scorso. Che, per settimane, ha agitato gli animi nei corridoi di viale Mazzini e in quelli del Parlamento.
I rumors si inseguivano da tempo e avevano trovato una sorta di conferma nelle parole pronunciate, nei giorni scorsi, dall’amministratore delegato Rai, Roberto Sergio. Il dirigente Rai aveva affermato che, a causa del suo comportamento, Serena Bortone andava licenziata da viale Mazzini. Parole che hanno gettato ulteriore benzina sul fuoco della durissima contrapposizione tra le parti politiche e le correnti sindacali in Rai.
Il Movimento Cinque Stelle, che da qualche anno è rinsavito ergendosi a paladino della libertà d’informazione e di opinione quando, per anni (anche di governo) ha fatto della lotta serrata ai giornali il suo cavallo di battaglia (ricordate Vito Crimi?), accusa: “Veniamo da un anno molto difficile, in cui sono state tante le polemiche che hanno investito la Rai per scelte divisive e di parte, sia nell’informazione che nei programmi del servizio pubblico”. Dario Carotenuto, esponente M5s in commissione vigilanza Rai ha spiegato: “In questo contesto la decisione di far fuori Serena Bortone dal prossimo palinsesto è quantomeno imprudente. Dopo le polemiche furiose che hanno investito la sua trasmissione, che hanno coinvolto anche i lavori della vigilanza Rai, è chiaro che questa scelta rimette il Servizio Pubblico nell’occhio del ciclone in un momento delicato contrassegnato anche dai report sulla libertà di stampa che vedono il nostro Paese in caduta libera. È necessario che nel prossimo palinsesto ci siano adeguate garanzie di qualità e pluralismo. Su questo saremo assolutamente vigili”.
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