RAI/ ATTO DI INDIRIZZO DI BUTTI: CENSURA IN NOME DEL PLURALISMO

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L’atto di indirizzo nei confronti della Rai presentato dal senatore del Pdl, Alessio Butti, in Commissione Vigilanza Rai, si ispira ai principi pluralismo e obiettività nell’informazione della tv pubblica ma poi sembra andare nella direzione opposta. La percezione che si ha, leggendo il testo, è che, più che garantire il pluralismo, si voglia “colpire” programmi di approfondimento “scomodi” come Annozero e Ballarò. L’atto di indirizzo propone, tra le altre cose:
– iniziare a studiare e sperimentare format di approfondimento giornalistico innovativi che prevedano anche la presenza in studio di due conduttori di diversa formazione culturale.
– pretendere il rispetto, durante i programmi che si occupano di vicende giudiziarie, del fondamentale principio costituzionale della presunzione d’innocenza.
– qualora la presenza del pubblico, sia indispensabile, assicurare che il suo utilizzo in studio non condizioni la naturale percezione dei contenuti del dibattito da parte del telespettatore.
– evitare metodologie e tecniche capaci di manipolare in maniera non riconoscibile allo spettatore il contenuto delle informazioni. Nella fattispecie rientrano le interpretazioni, a opera di attori professionisti, delle conversazioni telefoniche intercettate.
– i contributi intesi quali filmati, tabelle, schede e quant’altro non possono avere profilo rappresentativo di una tesi precostituita funzionale all’attacco diretto o indiretto degli ospiti presenti in trasmissione o di soggetti che, in quanto assenti, non possono difendersi.
– tenuto conto dell’attuale distribuzione, durante la settimana, delle diverse tipologie di trasmissioni, che concentrano nella prima serata del martedì e del giovedì i programmi più importanti di approfondimento politico, onde evitare il determinarsi di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell’informazione rispetto ad altri, la Rai valuti l’opportunità di sperimentare l’apertura di altri spazi informativi e/o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse Reti e con le stesse risorse esistenti, secondo una equilibrata alternanza settimanale.
– non può essere consentita, per almeno due anni dalla cessazione del mandato elettorale, la conduzione di programmi di approfondimento a chiunque abbia interrotto la professione giornalistica per assumere ruoli politici di rilevanza nazionale, esponendosi pubblicamente quale rappresentante di un partito.
– per quanto riguarda i notiziari, siano essi tele o radio giornali, deve essere preservata, come in qualsiasi prodotto editoriale, la possibilità per il direttore o per altri commentatori da lui indicati di esprimere liberamente opinioni personali, a patto che queste siano distinte dalle notizie.

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