«In questi ultimi giorni attorno alla Rai è ripresa una morbosa attenzione più attenta ai gossip che non alle questioni strutturali che sono clamorosamente emerse anche nelle parti meno citate delle intercettazioni. Di fronte a questo stato di cose alla politica non spetta il compito di commentare o di solidarizzare , bensì quello di voltare pagina e di provare a cambiare la forma di governo della Rai attraverso l’istituzione di una fondazione e la definizione della figura dell’amministratore delegato». Lo afferma Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21 e parlamentare dell’Idv. «Chiunque abbia a cuore le sorti del servizio pubblico -continua Giulietti- non potrà che raccogliere l’appello lanciato oggi, dalle colonne di »Il Corriere della Sera«, dal Dg della Rai Claudio Cappon, una persona per bene ed anche per questo non troppo amata dal giro dei soliti noti che hanno fatto strage del ruolo e della funzione del servizio pubblico. Degli eventuali reati se ne occuperanno i magistrati, delle violazioni del codice etico della Rai se ne occuperà, se lo vorrà il Cda della Rai a maggioranza di centro destra. Spetterebbe invece -aggiunge- alla politica occuparsi degli ‘accordi di cartellò, delle pratiche distorsive del mercato, degli irrisolti conflitti di interesse, della progressiva riduzione dell’autonomia industriale ed editoriale della Rai». «Per queste ragioni l’associazione Articolo21 nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà giovedì 3 luglio alle ore 12 alla sala stampa della camera , ripresenterà le proposte che a suo tempo erano state avanzate da Palo Gentiloni e da Tana De Zulueta e chiederà a tutte le forze politiche , sindacali e associative di promuovere questi temi, dentro e fuori le aule del Parlamento, una grande campagna nazionale affinchè sia chiaro a tutti -conclude Giulietti- chi intenda conservare il sistema radiotelevisivo così come è e chi invece intende almeno a liberarlo dai conflitti di interesse e da ogni interferenze indebite.»